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I tre atti
La Tosca è un melodramma in tre atti di Giacomo Puccini, tratto dal dramma La Tosca di Victorien Sardou, rappresentato per la prima volta a Roma nel 1900 la cui regia era affidata alla compianta Renata Scotto, regia ripresa da Renato Bonajuto.
I protagonisti
Le direzioni dei due cori sono affidate rispettivamente a Giovanni Farina e Mario Giorgi. Giovani talenti e personaggi d’esperienza: Monica Zanettin sarà la Tosca, Vincenzo Costanzo sarà invece Mario Caravadossi. Tosca, amante del pittore liberale, è oggetto delle avances del barone Scarpia (qui Federico Longhi) il quale, convincendola a concedersi a lui le promette di liberare l’amato Caravadossi, imprigionato e condannato a morte. Tosca però, ottenuto da Scarpia il salvacondotto e la promessa di fucilare l’amato a salve, pugnala a morte il barone, che a sua volta non aveva mantenuto la promessa: il pittore, amante della protagonista viene fucilato e cade sul colpo. Scarpia l’aveva ingannata e Tosca finisce per gettarsi da Castel Sant’Angelo. Tosca, nella narrazione pucciniana, appare una donna moderna: ama Caravadossi ma ha mille dubbi sulla sua fedeltà. Una storia di amore e di inganni che Puccini volle comporre dopo aver assistito, nel 1889, al teatro dei Filodrammatici di Milano, alla rappresentazione del dramma di Sardou. Quello spettacolo colpì a tal punto Puccini che iniziò a pensare di farne un’opera, completata nell’ottobre del 1899 e rappresentata a gennaio 1900, affermandosi, nel giro di tre anni, nei principali teatri lirici, diventando un dramma immortale e arrivando ad essere, tra i più ripresi, ancora ai giorni nostri. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico