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ASCOLI - È giovanissima e bellissima, intraprendente nelle idee e nelle sue performance artistiche ma nel fare musica è ricca di influenze del passato, abbracciando spesso non solo i percorsi professionali di autentici miti femminili dei decenni scorsi, da Ami Winehouse a Blondie, ma anche tornando sui temi, sulle vite e sulle psicologie che hanno caratterizzato tali mostri sacri. Nel suo iter artistico, iniziato da poco ma già folgorante per echi e prolificità, la cantautrice ascolana Scarlet Deange ha deciso di dare voce a coloro che non possono, battendosi con il suo temperamento al fianco di donne umiliate, danneggiate, calpestate, trattando nel suo singolo più recente, pieno di influenze indie-rock, un testo che racconta la violenza di genere e il femminicidio.
Venticinquenne, questa artista dalla così forte personalità, sempre alla costante ricerca di nuove sonorità e volta a una continua sperimentazione, ha appena pubblicato il brano “Ad alta voce”, un pezzo destinato a far discutere, il grido rock di una giovane mamma a favore di tutte le donne. Con questo pezzo, Scarlet Deange trasmette all’ascoltatore l’inquietudine che accompagna episodi che colpiscono la società da millenni e che sfociano nella disparità di genere. Si tratta di una canzone che descrive la psicologia di una vittima di violenza, di un individuo che viene brutalizzato due volte: la prima dal carneficine e la seconda dall’omertà delle istituzioni, successivamente all’oblio che segue denunce spesso ignorate o rimandate mediante iter giudiziari troppo lunghi.
«Ho scritto questo brano durante un momento in cui io stessa mi sono ritrovata a dover stringere i denti di fronte situazioni di grande disparità e ho avvertito forte in quel momento la frustrazione di tante come me», spiega la cantautrice a proposito del brano, i cui climi appaiono esasperati, anche perché in quegli stessi giorni i telegiornali parlavano di continui femminicidi. «Prima che essere una cantante sono una giovane mamma e io stessa non mi sento sufficientemente tutelata e protetta in questo paese dai nostri sistemi», prosegue Scarlet Deange, rammaricandosi del fatto che attualmente, essere categorie deboli, donne e madri, significhi accettare di soccombere e rimanere in silenzio.
«Viviamo in un sistema patriarcale, lo stesso che vede primeggiare ambienti dove sono presenti gli abusi.
Corriere Adriatico