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Ai suoi tempi lo consideravano lo “Stradivari delle Marche” e anche “l’angelo del violino”: Andrea Postacchini, il liutaio nato e vissuto a Fermo a cavallo tra il ‘700 e l’800, è raccontato in un docufilm realizzato nel Fermano, dal titolo “Andrea Postacchini, chi era costui?”. Sarà presentato oggi in piazza del Popolo a Fermo, con annessa proiezione.
La biografia
Andrea Postacchini nacque nel 1781 in una casa di campagna del Fermano, e fu presto mandato a studiare da un frate per introdurlo agli studi religiosi. Ed è proprio qui che ha iniziato a conoscere il mondo della liuteria: il frate, nel tempo libero, costruiva strumenti musicali a corde. Prima in seminario, poi tornato laico, all’inizio la produzione di strumenti era solo per piccole feste popolari o nelle ville coloniche: niente verniciatura o rifinitura di lusso.
Il docufilm
La sua vita è raccontata nel docufilm “Postacchini chi era costui?”, con protagonisti attori del territorio, la voce narrante è quella di Carla Civardi, la regia è di Mauro Martorelli. Le scene sono state girate tutte nella città di Fermo, con qualche scena a Santa Vittoria in Matenano, a Falerone per la conoscenza di sua moglie e il matrimonio, un vicolo di Servigliano, e a Fermo nei luoghi storici della città. «L’evento di oggi – dicono gli organizzatori – è un modo per presentare al grande pubblico la storia, il lavoro e i retroscena dell’arte di Andrea Postacchini. A partire dalle 16,30 i presenti conosceranno l’arte manuale della liuteria, i progetti futuri del festival Postacchini, e l’arte organizzativa, quella relativa al concorso». Concorso che si è tenuto fino al 2019, poi la pandemia, e quest’anno è saltato nuovamente per difficoltà organizzative a causa del virus. Si conta di riprendere nel prossimo anno. Prima i progetti (alle 11), poi la storia, quindi la proiezione pubblica del docufilm alle 18,30 e alle 22,30.
Nessun concorso non significa niente musica: alle 21, nella sala dei Ritratti, arriverà il Quintetto Gigli, che eseguirà un concerto con tutti gli strumenti costruiti dal liutaio fermano. In attesa di assistere al concerto d’autunno, il 24 settembre, con “Gli Archi della Scala”, complesso formato dalle prime parti soliste dell’Orchestra alla Scala, e in attesa ancora dell’“invasione” dei concorrenti da tutto il mondo, nel 2023. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico