Andrea Postacchini, lo Stradivari delle Marche. Oggi in piazza a Fermo la presentazione del docufilm sul grande liutaio

Il set del film documentario su Andrea Postacchini che è stato girato nel Fermano
Il set del film documentario su Andrea Postacchini che è stato girato nel Fermano
di Chiara Morini
3 Minuti di Lettura
Sabato 4 Giugno 2022, 16:00

Ai suoi tempi lo consideravano lo “Stradivari delle Marche” e anche “l’angelo del violino”: Andrea Postacchini, il liutaio nato e vissuto a Fermo a cavallo tra il ‘700 e l’800, è raccontato in un docufilm realizzato nel Fermano, dal titolo “Andrea Postacchini, chi era costui?”. Sarà presentato oggi in piazza del Popolo a Fermo, con annessa proiezione. 

 
La biografia
Andrea Postacchini nacque nel 1781 in una casa di campagna del Fermano, e fu presto mandato a studiare da un frate per introdurlo agli studi religiosi. Ed è proprio qui che ha iniziato a conoscere il mondo della liuteria: il frate, nel tempo libero, costruiva strumenti musicali a corde. Prima in seminario, poi tornato laico, all’inizio la produzione di strumenti era solo per piccole feste popolari o nelle ville coloniche: niente verniciatura o rifinitura di lusso. La sua fama è cresciuta nel corso degli anni e in Germania, prima del 1820, un suo violino fu valutato 600 Marchi. Poco si sa di come Postacchini realizzasse i suoi violini: documentazioni non ce ne sono, dal momento che suo figlio Raffaele ha distrutto gli appunti del padre. La sua fama è arrivata anche a Giuseppe Verdi: nel 1850 proprio Verdi era all’allora teatro Nuovo di Pesaro, oggi Rossini, per assistere alla rappresentazione di una sua opera. Dirigeva l’orchestra il maestro Vincenzo Boccabianca di Ripatransone, anche primo violino, a cui Verdi, complimentandosi per l’esecuzione, consigliò di farsi realizzare un violino da Postacchini. Il liutaio fermano, nel ricevere un premio nel 1869 dalla “Commissione Ordinatrice dell’esposizione agricola, industriale e artistica”, ricevette l’appellativo di “Stradivari delle Marche”: alla sua opera fu riconosciuta una continuazione dello stile di Antonio Stradivari.


Il docufilm
La sua vita è raccontata nel docufilm “Postacchini chi era costui?”, con protagonisti attori del territorio, la voce narrante è quella di Carla Civardi, la regia è di Mauro Martorelli. Le scene sono state girate tutte nella città di Fermo, con qualche scena a Santa Vittoria in Matenano, a Falerone per la conoscenza di sua moglie e il matrimonio, un vicolo di Servigliano, e a Fermo nei luoghi storici della città. «L’evento di oggi – dicono gli organizzatori – è un modo per presentare al grande pubblico la storia, il lavoro e i retroscena dell’arte di Andrea Postacchini. A partire dalle 16,30 i presenti conosceranno l’arte manuale della liuteria, i progetti futuri del festival Postacchini, e l’arte organizzativa, quella relativa al concorso». Concorso che si è tenuto fino al 2019, poi la pandemia, e quest’anno è saltato nuovamente per difficoltà organizzative a causa del virus. Si conta di riprendere nel prossimo anno. Prima i progetti (alle 11), poi la storia, quindi la proiezione pubblica del docufilm alle 18,30 e alle 22,30. 
Nessun concorso non significa niente musica: alle 21, nella sala dei Ritratti, arriverà il Quintetto Gigli, che eseguirà un concerto con tutti gli strumenti costruiti dal liutaio fermano.

In attesa di assistere al concerto d’autunno, il 24 settembre, con “Gli Archi della Scala”, complesso formato dalle prime parti soliste dell’Orchestra alla Scala, e in attesa ancora dell’“invasione” dei concorrenti da tutto il mondo, nel 2023.

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