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ANCONA - Fra tre giorni, il 19 marzo, è la Festa del papà. Risale in Italia al 1030, una felice idea dei monaci benedettini che scelsero come protettore dei padri di famiglia San Giuseppe. Stessa data in Spagna o in Portogallo, paesi fortemente cattolici mentre in altri paesi è stato scelta una data diversa. In Belgio, in Francia, nel Regno Unito o negli Stati Uniti, ad esempio si è scelto di festeggiarlo la terza domenica di giugno, in Australia e in Nuova Zelanda la prima domenica di settembre e in Lussemburgo, la prima domenica di ottobre.
Il bello della festa del papà è che, di solito, ci sono due regali. Uno serio, comprato o cucinato dagli adulti ed uno molto più importante perché fatto con tanto amore dai piccoli guidati spesso dalle maestre nelle scuole. Una bella tradizione che, quest’anno, seppur con la didattica a distanza, possiamo mantenere trasformando, ovviamente di nascosto dal babbo, un angolo di casa in atelier e la variante, per i padri in smart working, di avere tutto il giorno per distribuire i regali. Il primo, si mangia. Si tratta di un biglietto da dare alla colazione. Anzi, di un biscotto a forma di lettera con dentro una vera letterina. L’idea è della foodblogger Sabrina Pignataro. Forti di una buona ricetta (fare l’impasto con 250 gr di farina, 150 gr di burro, 100 gr di zucchero a velo, 2 uova, scorza di un limone bio, un pizzico di sale; lasciare riposare un’ora in frigo e cuocere massimo 15 minuti nel forno caldo a 200°), si realizzano biscotti a forma di lettera. Uno dovrà essere rettangolare con, incisi, un finto francobollo e una scritta, tipo “Per Papà” ; l’altro biscotto avrà la stessa forma e grandezza ma con la riproduzione a “V” della chiusura. Poi, si spalma al rovescio ma solo sui bordi della crema al cioccolato o della ghiaccia reale. In mezzo, ci deve essere posto per la vera letterina o un disegnino. Si sigilla il tutto ed ecco fatto. Osare il formato maxi, se il babbo è golosone.
Il secondo regalo è un bel segnalibro.
Corriere Adriatico