Ancona “adotta” Kaufmann, al grandissimo tenore tedesco consegnato il Corelli100 all’Auditorium della Mole

La consegna ad Ancona del Premio Corelli100 al tenore Jonas Kaufmann, alla sua sinistra Adriana Stecconi, alla destra l’assessore Paolo Marasca e Marco Ascoli Marchetti
ANCONA - Qualcuno, dalla platea dell’Auditorium della Mole di Ancona, avrebbe voluto sentirlo cantare, ma Jonas Kaufmann, uno dei massimi tenori viventi, arrossendo si...

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ANCONA - Qualcuno, dalla platea dell’Auditorium della Mole di Ancona, avrebbe voluto sentirlo cantare, ma Jonas Kaufmann, uno dei massimi tenori viventi, arrossendo si è scusato in quanto, impegnato in questi giorni nelle repliche della Tosca al San Carlo di Napoli, non poteva affaticare la voce. Nonostante la delusione di alcuni, sarebbe stata una forzatura gratuita, al termine della cerimonia di consegna, domenica pomeriggio, del Premio Corelli100, sigla finale del centenario della nascita del tenore anconetano, gloria cittadina. Un incontro, con cui Ancona ha “adottato” idealmente Kaufmann.

 


Grandissima voce, simpatia travolgente e presenza luminosa, il cantante bavarese ha dominato la scena, intervistato dal critico Alberto Mattioli, confermando il naturale appeal, con cui ha conquistato i più blasonati teatri di tutto il mondo. Evidenti, le affinità vocali con il nostro Franco Corelli, rivelate da due filmati, all’inizio della cerimonia, introdotti da Fabio Brisighelli: un brano dal Trovatore, in cui svettava Corelli, a fronte dell’aria “E lucean le stelle” dalla Tosca, intonato – storico, insolito bis – da Jonas Kaufmann. La sua comunicativa, nel rispondere alle domande di Mattioli, ha sedotto il pubblico: con gustosi aneddoti, commentati dalla sua franca risata, ha rievocato i rapporti con i direttori, primo tra tutti Antonio Pappano, col quale nel marzo scorso ha cantato nella Turandot all’Accademia di Santa Cecilia.


Tanti, i passaggi di una conversazione, in cui ha ricordato incontri fortunati, tappe fulgide di una carriera ricca di successi. E quando Mattioli gli ha chiesto che effetto gli fa essere accolto, dopo ogni prima, all’uscita dal teatro, dai drappelli dei fan club osannanti, ha esclamato: «Al termine di una serata impegnativa, sono stancanti. Ma so quanto ci resterò male, il giorno che non troverò più le mie groupie che mi aspettano». E ha guardato ammiccante Adriana Stecconi, portabandiera dell’associazione cittadina “Amici del Teatro delle Muse”, tra le promotrici dell’attribuzione del premio Corelli100 a Kaufmann. È stata lei, assieme all’assessore alla Cultura Paolo Marasca e al presidente della Fondazione Teatro delle Muse, Marco Ascoli Marchetti, a consegnare il premio, una medaglia forgiata dallo scultore Valeriano Trubbiani e un mazzo di rose rosse. La cerimonia si era aperta con il saluto della direttrice di Marche Teatro, Velia Papa. Poi, l’assessore Marasca ha ringraziato chi ha contribuito all’evento, scusandosi per l’assenza della sindaca Mancinelli, fuori sede. E com’era inevitabile, la festa si è chiusa col bagno di folla degli ammiratori in cerca di autografi e selfie.


Ieri mattina, poi, Kaufmann, con la moglie Christiane Lutz e il figlio piccolo, è stato accompagnato a visitare il teatro, la Pinacoteca e la cattedrale: ha dimostrato meraviglia, e ha promesso a Vincenzo De Vivo, direttore della stagione lirica delle Muse, di tornare presto. Magari come protagonista di una produzione operistica Made in Ancona.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico