ANCONA - Qualcuno, dalla platea dell’Auditorium della Mole di Ancona, avrebbe voluto sentirlo cantare, ma Jonas Kaufmann, uno dei massimi tenori viventi, arrossendo si è scusato in quanto, impegnato in questi giorni nelle repliche della Tosca al San Carlo di Napoli, non poteva affaticare la voce. Nonostante la delusione di alcuni, sarebbe stata una forzatura gratuita, al termine della cerimonia di consegna, domenica pomeriggio, del Premio Corelli100, sigla finale del centenario della nascita del tenore anconetano, gloria cittadina. Un incontro, con cui Ancona ha “adottato” idealmente Kaufmann.
Grandissima voce, simpatia travolgente e presenza luminosa, il cantante bavarese ha dominato la scena, intervistato dal critico Alberto Mattioli, confermando il naturale appeal, con cui ha conquistato i più blasonati teatri di tutto il mondo. Evidenti, le affinità vocali con il nostro Franco Corelli, rivelate da due filmati, all’inizio della cerimonia, introdotti da Fabio Brisighelli: un brano dal Trovatore, in cui svettava Corelli, a fronte dell’aria “E lucean le stelle” dalla Tosca, intonato – storico, insolito bis – da Jonas Kaufmann. La sua comunicativa, nel rispondere alle domande di Mattioli, ha sedotto il pubblico: con gustosi aneddoti, commentati dalla sua franca risata, ha rievocato i rapporti con i direttori, primo tra tutti Antonio Pappano, col quale nel marzo scorso ha cantato nella Turandot all’Accademia di Santa Cecilia.
Tanti, i passaggi di una conversazione, in cui ha ricordato incontri fortunati, tappe fulgide di una carriera ricca di successi.
Ieri mattina, poi, Kaufmann, con la moglie Christiane Lutz e il figlio piccolo, è stato accompagnato a visitare il teatro, la Pinacoteca e la cattedrale: ha dimostrato meraviglia, e ha promesso a Vincenzo De Vivo, direttore della stagione lirica delle Muse, di tornare presto. Magari come protagonista di una produzione operistica Made in Ancona.
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