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AMANDOLA - Un prezioso Cristo ligneo e molta multimedialità alla base della mostra “I carolingi” che ieri mattina ha aperto i battenti nell’ex collegiata di Amandola e che sarà visitabile fino al prossimo 31 agosto.
L’allestimento
«Dopo mesi di studi e approfondimenti – afferma il sindaco di Amandola Adolfo Marinangeli – abbiamo finalmente realizzato una mostra che testimonia la presenza della dinastia carolingia nelle nostre terre». Il progetto è partito anni fa, le Università di Napoli e di Camerino avevano iniziato a fare studi approfonditi nella chiesa di San Ruffino, poi c’è stato il sisma del 2016, ma il progetto di ricerca è andato comunque avanti e ha suscitato l’interesse della Regione Marche. Quest’ultima insieme all’ateneo camerte sono stati partner del Comune di Amandola per realizzare questo allestimento. Il restauro delle tele è opera dell’Università di Urbino. Il luogo dell’esposizione è la sala dell’ex collegiata che contiene le opere d’arte salvate dal sisma.
La visita
Due i punti cardini di questa mostra: il Cristo ligneo e una riproduzione ultra tecnologica della cripta ipogea dell’abbazia dei Santi Ruffino e Vitale, non accessibile al pubblico, se non per ragioni di studio e previa prenotazione e autorizzazione ministeriale. «Nella mostra – spiega Marinangeli – è stata aggiunta la proiezione dei video con la relazione degli studi effettuati dall’Unicam e i relativi risultati delle ricerche». Il tutto attraverso l’utilizzo di totem informativi e guide telematiche per far fare al visitatore un viaggio immersivo nella stessa arte carolingia. Compresa la rete che permetterà l’accesso alle informazioni, entro uno spazio limitato, direttamente mediante smartphone: Carolingi, ovviamente, ma anche Amandola e territorio. Il tutto per toccare virtualmente con mano gli studi compiuti dall’Unicam e grazie alla collaborazione della Fondazione Smart City.
Gli studi
Il Cristo ligneo e l’ipogeo, in base agli studi, sarebbero proprio le due tracce dell’arte carolingia nel territorio comunale amandolese e, sempre considerando le ipotesi, testimonierebbero addirittura il passaggio dello stesso Carlo Magno nelle terre montane del Fermano.
Corriere Adriatico