Eccitante è l’arrivo: l’aereo della Ethiad non è un tappeto volante, ma mentre le ali disegnano un angolo acuto con l’orizzonte, scorriamo su un...
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L’acqua immobile
Ci accoglie con la liquida frescura delle sue vasche di contorno, esorcismo all’arsura dell’Arabia. Quell’acqua immobile che riflette l’azzurro purissimo del cielo non è fata morgana. Introduce a un altro incantesimo: le oltre seicento opere che si rincorrono, si incontrano, si abbinano, dal Neolitico all’arte Concettuale, assieme alla culture che le hanno prodotte, tra le pareti bianche di questi saloni disegnati dal razionalismo di Jean Nouvel, sotto i raggi che penetrano dalla cupola metallica. L’archistar francese, per questo Art Museum, si è avvalso - c’informano quando scoprono che siamo italiani - dell’occhio e dello stile di una donna, l’architetto romano Anna Ugolini. L’orgoglio nazionale s’impenna su fino alle mille stelle dell’immensa volta, mentre passiamo in rassegna gli abbinamenti tra maschere di legno e cotto, sfingi ellenistiche e sarcofagi egizi, dame dell’Italia rinascimentale e libri antichi, manoscritti di tutte le religioni, mappe e manuali di navigazione.
Un caleidoscopio di turisti
Non c’è forse cultura che qui non sia rappresentata, in questo melting pot di epoche e stili, e soprattutto religioni, in cui perdersi e continuamente ritrovarsi. I curatori, alleati per l’arte con la Francia e il Louvre de Paris, squadernano una Babele di linguaggi e materiali, civiltà e religioni, che richiama un caleidoscopio di turisti internazionali. Fratellanza o competizione mercantile? Non si sa, ma il risultato rimarrà tempio per la cultura degli uomini.
La Moschea di Sheikh Zayed
Fuori, nella luminescenza diffusa della megalopoli in divenire, le stelle del firmamento si spengono nella volta nera del cielo. Ma l’occhio è catturato dal biancore accecante della Moschea di Sheikh Zayed, costruzione bellissima, dove, sotto gli ori del fogliame che decora i capitelli, accesi dalle mille luci dei mastodontici lampadari, i colori del tappeto più grande del mondo raccontano fiabe orientali di giardini incantati. Lo stupore per tanta bellezza si stempera negli spazi dedicati all’accoglienza, tutelati da discreti/inflessibili controlli. E quando si esce sulla Corniche, meta più secolare, il bagliore di tanta bellezza discreta si confronta con la sfarzosità delle architetture di hotel e centrali del business. Abu Dhabi è anche un polo dell’industria oil & gas del Golfo: nei locali, una folla di americani, russi, scandinavi e italiani, eleganti e indaffaratissimi manager di uno dei più ricchi distretti della industria dell’oro nero. E per servire ognuno di loro, un esercito silenzioso di immigrati dal sud del mondo, un popolo nascosto che incontri solo nei corridoi degli hotel o nei mega-garage, a garantirsi la sopravvivenza nel microcosmo fastoso destinato ai ricchi che si chiama Abu Dhabi.
Un tour in 10 ore
Tour di Abu Dhabi con partenza da Dubai, in 10 ore. Il tour comprende: bus dall’hotel, guida in inglese, biglietti di ingresso ai musei, abbigliamenti arabi per le donne. Il prezzo è di 59,74 dollari (35,84 per bambini da 3 a 7 anni).
Info www.viator.com/Dubai/d828-ttd Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico