Prati smaltati di verde tenero, vacche al pascolo, cielo terso di montagna. Svizzera? No, Marche. Una piccola Shangri-La, questa valletta che si apre all’ombra del San...
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Il restauro
Il complesso dell’abbazia, per secoli abbandonato, ha ritrovato dignità nel restauro attento, che solo l’ultimo terremoto ha minacciato. Oggi, la bella chiesa a tre navate, dalle pareti riccamente affrescate di santi - tra i quali si riconoscono Cristoforo, Giovanni Battista e Romualdo - è tuttora chiusa al visitatore, che deve accontentarsi di ammirare da fuori la grazia delle tre absidi. Perfettamente agibile, invece, il convento è stato riconvertito in albergo. Le celle frugali dei monaci, allineate sotto le capriate di rovere, accolgono il turista desideroso di pace.
Incastonata in una stretta valle, l’abbazia è luogo nascosto e ameno. Solo la domenica si affolla di gitanti, attratti dalle allettanti proposte dell’azienda agroalimentare, che ha conquistato la Bandiera Verde Agricoltura. La macelleria a chilometro 0 vende la carne di bestiame nato e cresciuto qui, su questi pascoli, abbeverato alla fontana antica dove scorre perenne l’acqua pura dei monti circostanti: il Mitola, il Cimara, il Pietroso, il monte della Sporta, il Maltempo, il Moscosi e il Cipollara. La corte orografica del San Vicino.
Le portate semplici
E sui lunghi tavoli, allineati nelle sale a piano terra dell’abbazia, scorrono le portate semplici e gustose della tradizione: il formaggio prodotto dal locale caseificio, addolcito dal miele di queste api, e poi gli gnocchi al ragù, prima dell’imperdibile grigliata. Sulle graticole roventi, all’aperto, si allineano i tagli migliori di manzo, vitello e agnello, da addentare d’estate sulle tavolate di tronchi secolari, stagionati anno dopo anno dalla neve e dal sole. La magnificenza austera della sala Capitolare è oggi riservata ai conviti laici di famiglie numerose e di partecipanti ai congressi, che qui trovano la location ideale, appartata e protetta.
All’ingresso nel convento, il porticato che circonda su due lati il chiostro, sotto le volte a crociera con costoloni in cotto, è rifugio per chi cerca il conforto della frescura, per letture pensose e meditazione. Come le stanze, al piano superiore, conserva la quiete riflessiva che vi trovarono i seguaci di san Romualdo.
Le passeggiate
I bambini rimangono estasiati dal passeggio dondolante delle vacche bianche, si aggrappano alla staccionata del grande recinto dove pascolano i puledri, scoprono una natura che, nati in città, non avevano mai vissuto con tanta libertà. Non dimenticheranno facilmente un’esperienza così, in un luogo nascosto e tanto ricco di emozioni selvatiche. Da qui, i genitori li condurranno a fare lunghe passeggiate nell’ambiente incontaminato del Parco naturale della Gola della Rossa. Visiteranno di certo, spostandosi in auto, le Grotte di Frasassi, Fabriano e Genga, forse s’allungheranno fino al mare, ma per tornare, la sera, ad ascoltare i grilli dell’Appennino frinire fuori dalle finestrelle delle celle, da cui sorride la notte stellata.
Come arrivare
L’Abbazia in ValdiCastro si raggiunge dalla superstrada SS 76, uscendo a Serra San Quirico. Da qui, seguire le indicazioni per San Giovanni, Vigne. Subito dopo, prima di arrivare a Poggio San Romualdo, si deve deviare a sinistra per ValdiCastro, imboccando una discesa immersa nella vegetazione. Provenendo da ovest, è preferibile prendere l’uscita Fabriano Est, e seguire le indicazioni per Borgo Tufico, Albacina, Poggio San Romualdo. Abbazia di San Salvatore in Valdicastro è di proprietà della Cooperativa Agricola San Romualdo.
Info: Filippo Zenobi 3386128954 Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico