Marche e Salesi in particolare, davvero all’avanguardia su più fronti per quanto concerne la cura del diabete tra i bimbi e gli adolescenti. Proprio per i bambini che...
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Interventi multidisciplinari
Questo protocollo che prevede interventi multidisciplinari nelle scuole con il coinvolgimento dei pediatri di libera scelta e medici di medicina generale, personale scolastico docente e non docente, medici ed infermieri Adi( assistenza domiciliare integrata, è stata oggetto di interesse nazionale e preso come modello per proporlo in altre regioni. Se anche la scuola può essere di supporto, per quanto riguarda il rapporto bambino-ospedale e diabete, va chiarito un punto importante. E cioè, come spiega Cherubini: “Per fortuna, la cura del diabete richiede l’intervento ospedaliero solo in pochi casi, in particolare per la cheto acidosi diabetica che dovrebbe essere trattata in centri di riferimento altamente specialistici”. Dunque, il “trattamento di questa connzione in contesti in cui non ci sia un diabetologo pediatra ed un’equipe esperta, espone a rischi”. Superata la fase acuta, dice il medico, “la cura è prevalentemente ambulatoriale e si svolge attraverso visite mediche , colloqui con specialisti e intervento sul territorio”.
Centri speciliazzati
Si tratta sempre di cure erogate da centri di alta specializzazione, come indicato da tutte le società scientifiche internazionali, in cui opera un’equipe di esperti tra cui pediatri endocrinologi, infermieri, dietisti, psicologi, counselor esperti in diabetologia pediatrica. E se di scuola si parla, ecco un’altra perla delle Marche:i campi residenziali di “Educazione terapeutica”. Sono uno strumento riconosciuto da tempo come supporto ai bimbi e alle famiglie. Anche il Piano nazionale per la malattia diabetica, sottolinea l’importanza dei campi-scuola: durante queste esperienze, i partecipanti acquisiscono informazioni e competenze per la gestione quotidiana. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico