Faccette anti difetti e sbiancamenti Corsa ad un bel sorriso per l'estate

Il dottor Oliviero Gorrieri
Un bel sorriso incorniciato da belle labbra. D’estate, soprattutto, la voglia di avere una dentatura perfetta è molto sentita. Denti scuri o ingialliti, magari con...

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Un bel sorriso incorniciato da belle labbra. D’estate, soprattutto, la voglia di avere una dentatura perfetta è molto sentita. Denti scuri o ingialliti, magari con otturazioni ingiallite, possono diventare un problema con la luce del sole o con una contrastante abbronzatura. Perciò, in questo periodo, come fa notare il dottor Oliviero Gorrieri, con studio medico ad Ancona nonché presidente nazionale della Società di odontostomatologia geriatrica, è assai diffusa l’odontoiatria estetica. «In questi mesi – dice il professionista – si moltiplicano le richieste di sbiancamento o di ricostruzione estetica anche con le cosiddette “faccette”. Ma vanno forte anche l’ortondonzia e gli interventi microinvasivi sia per la cura sia per la bellezza esteriore». L’odontoiatria estetica è la nuova frontiera: con il caldo tropicale e il solleone, niente di meglio che prenderci cura del sorriso prima delle vacanze. Colore, forma, armonia tra le forme. E il gioco è fatto. «Un’attenta valutazione estetica è utile per scoprire anche carie nascoste ed asintomatiche», ricorda il docente della Politecnica. Estetica e cura della bocca sono, dunque, un binomio inscindibile. Ecco, allora, i vari trattamenti.


Lo sbiancamento
Dice ancora Gorrieri: «C’è la possibilità, con alcuni compositi estetici, di rendere il dente più brillante». Le dominanti cromatiche dentali sono bianco, giallo o grigio. Con lo sbiancamento, i pazienti chiedono di avere denti bianchissimi. Questo è possibile grazie, appunto, a questi composti che liberano ossigeno e vengono potenziati da luci con particolare frequenza e dal raggio laser. Ci sono però dei problemi. «Se il paziente ha ponti o corone, lo sbiancamento è difficoltoso. Così come se è stato sottoposto a cure estetiche, per esempio la ricostruzione. Problemi ci sono anche nel caso di discromie dentali: con questo trattamento, c’è il rischio di un risultato non uniforme».



La ricostruzione estetica
«Fatto lo sbiancamento, se il risultato non soddisfa, si può procedere - continua Gorrieri - con la ricostruzione estetica. Per fare questo, si utilizzano varie tipi di resine composite che permettono di modificare e correggere i piccoli difetti cromatici e morfologici dei denti e ricostruirli». Le sedute variano da 40 minuti a un’ora e mezzo. «I risultati sono molto buoni», conferma il dottor Gorrieri. I costi vanno da 300 a 800 euro.

Le faccette
Molto usate dagli attori, specialmente negli States, le faccette ceramiche sono una tecnica che consente di correggere tutti i difetti con una preparazione minimale. Chiarisce l’esperto: «Le nuove faccette sono gusci di ceramica con uno spessore di pochi micron. Oggi gli studi più attrezzati dispongono di attrezzature Cad-Cam per realizzare il manufatto protesico direttamente alla poltrona». Gli step sono semplici. «Dopo l’anestesia, si correggono le imperfezioni con resine composite. Si usano strumentazioni con una telecamera intraorale per l’impronta ottica, poi l’operatore disegna la faccetta sul Pc, presente il paziente. Tutta l’operazione dura al massimo un’ora e mezzo». Il costo complessivo varia da mille a duemila euro.


 
L’ortodonzia linguale
L’estate è anche il tempo dell’ortondonzia cioè quella particolare branca dell’odontoiatria che serve per raddrizzare i denti. «In questo periodo, i pazienti richiedono molto spesso questo tipo d’intervento. Ci sono tecniche che consentono di posizionare l’ortodonzia nella parte linguale della bocca: la cosiddetta ortodonzia linguale». C’è poi quella invisibile: si creano mascherine trasparenti per la notte durante la quale le stesse fanno allineare i denti.
 
Gli interventi microinvasivi

Una pratica sempre più diffusa è quella degli interventi microinvasivi in odontoiatria. «Si praticano sempre più spesso e specialmente ora, sia per la salute sia per l’estetica». Con un microscopio intraoperatorio, si va a intervenire con ingrandimenti e si cerca di asportare la parte malata per poi procedere alla ricostruzione. «Si ottengono risultati - sottolinea Gorrieri - senza dover ricorrere a interventi massivi». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico