Colpisce il 97% degli italiani, e circa 6 persone su 10 ne soffrono ogni settimana. È il dolore muscolo-scheletrico, che si manifesta spesso con mal di schiena e cervicale....
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Le cattive abitudini
«Lo stesso discorso vale per la postura - aggiunge Cricelli - è noto che stare molto a lungo a sedere senza esercitare la colonna vertebrale ci porta a mal di schiena, a dolori alla colonna. La postura cadente, lo stare a sedere in posizioni scorrette e stare a lungo davanti al pc sono cattive abitudini che possono essere ampiamente prevenute ed evitate attraverso il movimento fisico e l’esercizio fisico. Prevenire il dolore significa anche e soprattutto prevenire le cause che lo provocano, quindi stiamo attenti ed evitiamo anche sforzi fisici eccessivi, come sollevare pesi o fare movimenti incongrui». «Il dolore - precisa il medico - può essere diviso in due grandi aree, cronico e acuto: quello cronico dura a lungo nel tempo, ed è appannaggio tipicamente delle età più avanzate, quello che noi identifichiamo come il dolore da osteo-artrosi. L’acuto invece compare improvvisamente, e interessa anche i più giovani (un comune mal di testa, o un dolore alla spalla oppure al braccio). Il dolore comunque è sempre un campanello d’allarme, il segnale di qualcosa che non va - ricorda il medico - Sottovalutarlo è sbagliato, pensare che basta combatterlo senza capire cosa lo ha provocato è un errore».
La gestione dei disturbi
Come è meglio intervenire per una corretta gestione di questi disturbi? «Il dolore lieve a volte non deve neanche essere combattuto, ci sono tante cause che si risolvono spesso da sole - osserva il presidente Simg - Nei casi di dolore medio, quello impegnativo che ci fa soffrire, l’approccio è o l’automedicazione con la possibilità di utilizzare un farmaco non prescritto dal medico, oppure, nei casi più ostici, rivolgersi al medico perché è evidente che può non bastare l’automedicazione. In termini pratici comunque la maggior parte dei dolori comuni sono legati a eventi non gravi, e possono essere controllati efficacemente attraverso l’auto somministrazione di antidolorifici». Ma attenzione all’abuso di farmaci, avverte il medico: «Il ‘pericolò è proprio che se ne utilizzino troppi, o che si usino medicinali non adatti al tipo di dolore che abbiamo. Generalmente si tende a pensare che i farmaci commercializzati per il trattamento del dolore siano tutti uguali: niente di più sbagliato», sottolinea. «Anche i farmaci che combattono il dolore appartengono a diverse categorie - conclude - Ci sono i farmaci puri per il dolore, la cui unica attività è quella di combatterlo (come gli antidolorifici); poi ci sono altri farmaci che hanno un effetto sul dolore, ma che non agiscono esclusivamente su di esso, come ad esempio gli antinfiammatori. È evidente che se la causa del dolore è infiammatoria bisogna orientarsi su un farmaco che abbia capacità di combattere l’infiammazione. Se invece siamo di fronte a una sindrome di disturbo da dolore puro, allora è preferibile usare gli antidolorifici». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico