L’identità di Amatrice è forte! Nonostante il borgo antico sia crollato e la popolazione sia ridotta a meno della metà, il cuore di questo luogo batte...
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Il progetto si sta concretizzando grazie alla solidarietà degli italiani che hanno aderito alle campagne di raccolta fondi di Corriere della Sera, La7 (insieme hanno raccolto otto milioni di euro) e Tim (un milione e mezzo di euro). Il villaggio è stato ideato dall’architetto Stefano Boeri e si sta realizzando anche con il contributo delle aziende della Filiera del Legno del Friuli Venezia Giulia che hanno messo a disposizione le loro competenze perché “si ringrazia e non si dimentica”, come dicono loro riferendosi all’aiuto ricevuto per il terremoto che colpì la loro regione nel 1976. Si tratta di un avvenimento straordinario poiché, a detta delle istituzioni coinvolte, è stata data una “spallata” alla burocrazia costruendo bene e rapidamente. Gli edifici sono esteticamente belli e questo è un aspetto importante perché significa permettere agli abitanti di ritrovare l’armonia perduta e di cominciare a guardare oltre i cumuli di macerie. Stefano Boeri, all’inaugurazione, ha dichiarato: «La cosa più bella è che si inizi. Significa che riparte il lavoro, vero collante della comunità. È emozionante. Quanto ricostruito darà lavoro e chiamerà persone da tutto il mondo a riscoprire il paesaggio e la gastronomia di Amatrice. Siamo felici». Senza lavoro non ci può essere comunità e Amatrice si è rimessa in gioco puntando sulla sua cucina tradizionale per poter accogliere nuovamente i turisti: l’amatriciana, quella originale senza pomodoro, è solo il piatto più famoso di un menù ricchissimo. Vale la pena aggiungere ai nostri itinerari estivi una gita ad Amatrice così potremo contribuire alla rinascita, di luoghi e di persone. #AmateAmatrice. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico