Tra le tante discussioni di questo inizio settembre fanno capolino sulle timeline digressioni filosofiche sulle pubblicità. C’è una merendina caduta nel...
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Galeotta l’offerta dello stage
Poi c’è un’azienda che produce borse che decide di offrire ai consumatori più fedeli, giovani, carini, ma soprattutto disoccupati, uno stage, e fino qui non ci sarebbe niente di male, in cambio di un piano di comunicazione e soprattutto previo acquisto di un prodotto. «Ma voi ci pensate che la bambina della pubblicità del Buondì ha perso sia la madre che il padre ed è pure colpa sua vivrà coi sensi di colpa?» Scrive ironicamente Sara. «Ma cosa temiamo le armi nucleari del Nord Corea che noi abbiamo l’asteroide del Buondì» scrive Valeria. «Tanto di cappello alla Motta che nel 2017 riesce a mettere da parte crisi, nucleare e migranti e far parlare una nazione intera del Buondì», il tweet di Rosalba, che si riferisce ai tanti eventi passati in secondo piano durante questa settimana. «Voi vi lamentate dello spot dei Buondì ma vi ricordo che noi siamo cresciuti con lo scoiattolo che spegneva incendi a suon di scoregge» ricorda Arisa. Lo spot è stata occasione per ricordare eventi traumatici della nostra infanzia. «I bambini sono traumatizzati dallo spot della Motta e io non mi sono ancora ripreso dalla scena di Atreyu che nella storia infinita non riesce a salvare il suo cavallo» – dice Beatrice. Anche Carpisa, seppur con una operazione molto diversa e meno difendibile, ha scatenato il web, tra ironia e malcontento: «Fossi in voi non sprecherei un piano di comunicazione per diventare stagista da Carpisa. Tanto a breve si libera un posto da responsabile marketing» scrive Pamela. «Mamma, dove trovo un lavoro sottopagato che combini il precariato con la beffa di proporlo come la vittoria di un concorso?» è la frecciata di Federica.
Un ghiotto mese di lavoro
«Carpisa mette in palio un ghiotto mese di lavoro sottopagato per chi compra una borsa. Il risultato di anni di politica attenta sul lavoro», parere di Valentina. Risponde a Pamela, Cristiana: «Il responsabile marketing Carpisa era lo stagista di agosto». Più profonda l’analisi di Francesca: «I tempi sono cambiati ancora, ancora in peggio: ora occorre comprare per lavorare gratis». Il tempo dei consigli per gli acquisti è finito. Vale ancora il criterio del «purché se ne parli?». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico