Torture in caserma, poliziotti arrestati a Verona. Il racconto choc della vittima: «Mi hanno usato come straccio per pulire l'urina»

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I poliziotti si vantavano

Uno dei poliziotti di Verona arrestati «raccontava alla fidanzata, inframezzando il narrato con risate e commenti divertiti, il pestaggio ai danni di una delle vittime». È quanto emerge dall'ordinanza di arresto emessa dal Gip. Nel documento vengono riportate alcuni stralci dei suoi dialoghi con la fidanzata, quando le raccontava delle violenze nei confronti di alcune persone che aveva fermato: «m... che pigna che gli ho dato». E ancora: «ho detto vabbè, oggi le devi prendere anche da me!». In un'altra conversazione aggiungeva: «gli ho fatto una presa io, gli ho calciato fuori e poi l'abbiamo portato dentro insieme, no, e vabbè gli abbiano tirato due, tre schiaffi a testa, no, ma così, giusto per...».

Le intercettazioni

«Adesso ti faccio vedere io quante capocciate alla porta fai, boom boom boom boom [...] e io ridevo come un pazzo». Così parlava con la fidanzata in una intercettazione uno dei poliziotti della questura di Verona arrestato per violenze. In un dialogo, contenuto nell'ordinanza, si capisce che gli abusi avvenivano al riparo da telecamere di videosorveglianza. «Gli ho lasciato la porta aperta in modo tale che uscisse perché io so che c'è la telecamera dentro [...] mi ero messo il guanto, ho caricato una stecca amò, bam, lui chiude gli occhi, di sasso per terra è andato a finire, è rimasto là [...] gliel'ho tirata bene, gli ho detto adesso lo sfondo, bam [...] minchia che pigna che gli ho dato».

In un altro dialogo lo stesso poliziotto racconta: «io c'ho pazienza, soltanto che poi siccome l'avevo già graziato prima, ho detto vabbè, oggi le devi prendere anche da me». «Da tali dialoghi - scrive il gip Livia Magri - si desume in maniera inequivocabile la consuetudine nell'utilizzo ingiustificato di violenza fisica da parte degli indagati su soggetti sottoposti a controllo o fermo».

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