L'elezione del Presidente, Mangialardi: «Obiettivo centrato, salta la candidatura di parte. Attenzione al governo»

Maurizio Mangialardi
La giornata più complessa di queste votazioni per il Presidente della Repubblica si è conclusa per noi grandi elettori del Pd con un’assemblea convocata dal...

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La giornata più complessa di queste votazioni per il Presidente della Repubblica si è conclusa per noi grandi elettori del Pd con un’assemblea convocata dal nostro segretario nazionale Enrico Letta. Nell’incontro si è deciso che inizieremo a votare domani e che oggi sarà una giornata di dibattiti e di confronto. Lo scenario che si è aperto ieri, alla terza votazione, è molto complicato: al di là dello scrutinio (noi abbiamo votato ancora scheda bianca) ci sono state tutte prove di forza da parte dei partiti. Come quello di Fratelli d’Italia e della Meloni con i 114 di voti a Guido Crosetto, uno dei fondatori del FdI. Ma al di là di tutto continuo a sostenere che c’è dato politico enorme che si cela nell’Emiciclo, perché se ci dovesse essere un presidente votato a maggioranza, qualunque esso sia, il giorno dopo probabilmente non avremmo più un Governo.

 

Questa eventualità stanotte mi ha tenuto sveglio: a questo punto non si tratta più di chi sarà votato, ma come avverrà e cosa accadrà dopo. Siamo in un momento politico importantissimo: con l’emergenza sanitaria in atto, la crisi internazionale alle porte e quella energetica che sta dilaniando famiglie e imprese. Poi c’è tutta la partita delle risorse europee, che sono lì pronte ad essere utilizzate ma che se non le capitalizziamo in fretta non riusciremo ad portarle a casa. Oggi abbiamo credibilità internazionale legata ad un premier che garantisce rapporti e che ha costruito percorsi. Quello che sta accadendo in queste ore invece ha indebolito Draghi e la responsabilità è di tutti. Da oggi si vota con la maggioranza assoluta e solitamente dalla quarta votazione in poi la situazione comincia a delinearsi meglio. Sul finire della serata sembra essere sfumata definitivamente la partita per spingere la presidente del Senato, Casellati. Ma le voci si rincorrono, anche le chiacchiere in Transatlantico si frammentano per lasciare posto alla concentrazione. L’obiettivo più grande, come ha specificato Letta ieri sera, riusciremo a raggiungerlo: tramontata la candidatura di parte, si negozierà un nome non di parte e soprattutto autorevole. È questo l’obiettivo del Pd e del centrosinistra: ecco perché fino ad oggi abbiamo votato scheda bianca.


*capogruppo Pd consiglio regionale Marche
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Corriere Adriatico