Il pesarese Daniele Grassetti e il giro dell'Europa a piedi: «Diecimila Km, in Slovacchia ho tenuto lontani gli orsi con una playlist di Morandi»

Ha già percorso due terzi del tragitto previsto

Il pesarese Daniele Grassetti e il giro dell'Europa a piedi: «Diecimila Km, in Slovacchia ho tenuto lontani gli orsi con una playlist di Morandi». In primo piano Daniele Grassetti
PESARO Un passo dopo l’altro, fino a percorrere 10.000 km in un viaggio iniziato lo scorso maggio portando in alto il vessillo della solidarietà: è “Dani...

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PESARO Un passo dopo l’altro, fino a percorrere 10.000 km in un viaggio iniziato lo scorso maggio portando in alto il vessillo della solidarietà: è “Dani walks Europe”, il progetto ideato da Daniele Grassetti e realizzato in collaborazione con l’Associazione Pallarotonda e la Cooperativa Alpha, per accendere i riflettori sull’importanza del contatto con la natura e il benessere psicofisico che da esso deriva. Al momento Daniele di km ne ha percorsi circa 7.000, superando i 2/3 dell’impresa: ha già toccato, oltre l’Italia, San Marino, Austria, Repubblica Ceca e Polonia, arrivando poi in Slovacchia per poi proseguire per Germania, Francia, Spagna e Portogallo.  


L’incontro


«Sto accumulando un bagaglio - racconta Daniele - di belle esperienze. Ad esempio, una mattina all’alba, ho munto una capra in una fattoria di proprietà di un ragazzo pesarese: è stata una sorpresa per me ritrovarlo nelle vesti del pastore, ma anche una riconferma di come in ogni momento della vita ci si possa reinventare: questa è una verità che ogni giorno scopro in questo mio viaggio». La giornata tipo di Daniele inizia alle prime luci del mattino: una breve sessione di yoga o stretching prima di partire con le 7/8 ore di cammino quotidiane.


La giornata tipo


«Mediamente cammino per 25/35 km al giorno: al momento il mio record è di 40 km - racconta - Dopo il Portogallo, mi aspetta il cammino di Santiago, e in aprile, una lunga tirata di 2000 km in Francia». Lungo il cammino non sono mancate le emozioni: quelle provocate da un’alba meravigliosa in Austria, sul lago Attersee «una tappa epica, dopo una notte insonne in un campeggio e 1400 m di salita, mi sono visto dinanzi a me esplodere questo paesaggio puro e incontaminato: mi sono commosso». Ma anche i tanti riconoscimenti da parte degli abitanti dei luoghi visitati. «A Quarteira, in Portogallo, sono stato accolto dal giovane sindaco della cittadina e da alcuni ospiti di Unir, una associazione che si occupa di salute mentale, che insieme ad alcuni operatori, hanno percorso con me qualche chilometro; inoltre una scuola di Varsavia mi ha contattato tramite video per conoscere meglio il progetto».

Il momento peggiore

Il momento peggiore? «Una folle tappa in Slovacchia: mi trovavo a 1600 metri in mezzo a una neve fittissima, avevo perso il sentiero, avevo perso ogni punto di riferimento e in più, nei boschi slovacchi non è raro imbattersi negli orsi: per metterli in “fuga” non ho trovato di meglio che mettere a tutto volume una playlist di Gianni Morandi». La conclusione del viaggio di Daniele è prevista per metà luglio: «Ma non si tratterà di una vera e propria conclusione: desidero far conoscere la mia esperienza e il significato del mio viaggio a quante più persone possibili, specialmente ai ragazzi: vorrei che passasse il messaggio di quanto sia importante per ciascuno di noi riscoprire il contatto con la natura, riparo dall’alienazione della vita quotidiana, fatta di frenesia, scadenze pressanti, che spesso ci allontanano dal nostro vero io e dalle nostre necessità psicofisiche. Nel cammino e nella natura ho riscoperto una energia e una forza inaspettate, che ognuno di noi può riscoprire, se solo si mette un po’ alla prova». Senza dimenticare i più fragili.


La solidarietà


«Ho iniziato questo cammino in collaborazione con la Cooperativa Alpha, che opera a fianco di persone con disabilità psichiche: metà del ricavato della campagna di crowfunding ancora attiva (https://www.gofundme.com/f/dani-walks-europe-for-mental-health) è destinato proprio alla cooperativa per stimolare lo spirito di condivisione e la responsabilizzazione individuale». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico