Corruzione e abuso d'ufficio a Urbino Servizi: tra i 42 indagati anche il sindaco e la sua ex vice

Corruzione e abuso d'ufficio a Urbino Servizi: tra i 42 indagati anche il sindaco e la sua ex vice
URBINO - E’ stato emesso dalla Procura della Repubblica di Urbino, nell’ambito di un procedimento penale, l’avviso di conclusione delle indagini preliminari in...

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URBINO - E’ stato emesso dalla Procura della Repubblica di Urbino, nell’ambito di un procedimento penale, l’avviso di conclusione delle indagini preliminari in merito alle modalità di selezione di un responsabile organizzativo della società Urbino Servizi spa, partecipata del Comune di Urbino. Indagate complessivamente oltre 60 persone, al termine delle indagini durate circa tre anni è stato emesso un avviso di conclusione nei confronti di 42 soggetti. 




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Nomi altisonanti. Da indiscrezioni figurerebbero lo stesso sindaco Maurizio Gambini e l’allora vice sindaco Maria Francesca Crespini, la prima che ha depositato l’esposto in data 4 gennaio 2017 quando non ricopriva più il ruolo istituzionale, in quanto dimessa dallo stesso Gambini. Nell’indagine sarebbero poi finiti i componenti degli ultimi tre Cda (presidenti Ugolini, Derogati e il primo anno di Cancellieri), ben 20 dipendenti tra operai ed impiegati di Urbino Servizi, e, infine, alcuni funzionari del Comune di Urbino. 
 
Trenta capi d’imputazione
Nei loro confronti risultano contestati capi di imputazione che vanno dalla “corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio” alla “corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio” fino alle “pene per il corruttore”, “abuso d’ufficio”, “turbata libertà degli incanti”, “turbata libertà del procedimento di scelta del contraente”, “falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici”, “falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici” e “falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico”. Per 20 persone «si è proceduto all’archiviazione non ritenendo esistessero sufficienti elementi per poter sostenere l’accusa in giudizio o il reato risultava prescritto o mancava la condizione di procedibilità della querela». Ben due anni pieni di attività della Finanza e della polizia giudiziaria che hanno fatto emergere numerose condotte con possibile rilevanza penale, criticità e irregolarità nelle procedure adottate dalla società Urbino Servizi e da taluni uffici dell’Ente controllante - il Comune - «nell’espletamento delle procedure di assunzione del responsabile organizzativo di Urbino Servizi spa, nella formazione e formalizzazione delle decisioni adottate dalla società - si legge - nelle modalità di esecuzione dei bandi di gara e nelle procedure per l’individuazione a scelta dei fornitori di beni e servizi, nelle modalità di assunzione del personale dipendente tramite agenzie di lavoro interinale e nell’affidamento dei servizi di gestione di strutture pubbliche».

Nessuno idoneo allo scritto
Ad agosto 2016 dei 6 candidati ammessi alla prova scritta per la copertura della posizione professionale di “Responsabile Organizzativo”, nessuno risultava idoneo per la prova orale. Il 14 novembre Urbino Servizi pubblicava un nuovo bando, ma la selezione era solo per titoli, valutati e scremati, prima, da una commissione esterna e poi la selezione del candidato, affidata al mero giudizio del CdA. 

La seduta del 15 dicembre

Nella seduta del 15 dicembre, con tre voti favorevoli e uno astenuto, si individuava responsabile organizzativo Paride Sciamanna, genero del vice presidente del CdA, «il quale – secondo l’esposto della Federazione dei Verdi all’Autorità Nazionale Anticorruzione e alla Corte dei Conti (seguirà anche quello della Crespini e un ricorso di un candidato) - aveva operato la selezione in oggetto. Le parentele che legano la persona prescelta con il vice presidente, il quale anche se non ha preso parte direttamente alla selezione, sicuramente non ha garantito la regola dell’imparzialità dei valutatori, visto che selezionavano il genero di un loro collega, è grave».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico