Urbino, fugge col cane, lascia figli e marito, poi lo denuncia per stalking

Urbino, fugge col cane, lascia figli e marito, poi lo denuncia per stalking
URBINO - L’unica certezza processuale è che la donna, in un giorno del maggio 2017, rimasta sola in casa ha preso con sé il suo cane, ha scritto un biglietto...

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URBINO - L’unica certezza processuale è che la donna, in un giorno del maggio 2017, rimasta sola in casa ha preso con sé il suo cane, ha scritto un biglietto di ben servito e ha fatto le valigie. Nella sua casa a Cantiano ha lasciato un marito, già denunciato in precedenza per lesioni, e due figli, una bambina di 8 e un ragazzino di 10. Secondo la ricostruzione dei fatti la donna prima ha cercato la complicità della madre per poi trasferirsi a Reggio Emilia dove è stata accolta a braccia aperte in una bella abitazione di 300 metri quadri, da un uomo molto più anziano di lei conosciuto sulla chat Over40.

  
Quando il marito abbandonato ha scoperto la nuova liaison ha reagito non proprio da gentiluomo tanto che la moglie lo ha denunciato una seconda volta, in questo caso con l’accusa di stalking. Ora sotto processo si trova lui ma nel copione accusa-difesa non è chiaro chi sia realmente la vittima e chi il carnefice. Secondo il pm del tribunale di Urbino - come riporta il Ducato - l’allontanamento della signora è stato causato dal comportamento minaccioso del marito, un idraulico dal lavoro saltuario. La scelta di abbandonare i due figli è stata giustificata dalla stessa donna, con la considerazione che il marito non era violento con i due bambini. Nel corso della sua vita a Reggio Emilia la mamma avrebbe cercato costantemente di incontrare i suoi bambini riuscendoci però raramente sempre a casa della madre a Cantiano ma sotto l’occhio vigile di suocero e cognata. All’insaputa del padre i due bimbi comunicavano telefonicamente con la mamma ma quando il padre ha scoperto la tresca ha sequestrato il cellulare al ragazzino di 10 anni.
Sei mesi dopo, nel novembre del 2017, l’idraulico viene ricoverato in ospedale per problemi di stress e la donna ne approfitta per tornare a Cantiano, riprendersi i figli e crearsi una nuova famiglia con l’attempato compagno. Cosa mal digerita dal legittimo marito che avrebbe messo in atto pedinamenti, appostamenti sotto casa della suocera e telefonate dal tenore poco amichevole.

Tutt’altra storia racconta il legale che difende il marito accusato di stalking. La donna non avrebbe mai cercato di vedere i suoi figli, non avrebbe mai risposto al telefono se non a una chiamata della polizia e la persecuzione si sarebbe tradotta solamente in telefonate dal tono alterato. Non solo: l’idraulico lasciato solo a occuparsi dei bambini avrebbe dovuto rinunciare anche alle poche occasioni di lavoro riducendosi in uno stato di prostrazione che lo aveva portato al ricovero in ospedale. E al pm che descrive una donna terrorizzata tanto da barricarsi in casa, l’avvocato della difesa risponde che la mancata vita sociale della signora è dovuta alla morta gora cantianese. L’udienza di mercoledì si è conclusa con la richiesta del pm di condanna a un anno di reclusione e la contestuale richiesta di assoluzione del difensore o in seconda battuta di una multa di 258 euro. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico