Urbino, i fidanzatini scomparsi rintracciati a Venezia: stamane ​sono tornati a casa

Urbino, i fidanzatini scomparsi rintracciati a Venezia: stamane ​sono tornati a casa
URBINO - Sono tornati a casa i due fidanzatini scomparsi dal primo settembre. Una fuga d'amore nella città dell'amore: Venezia. I carabinieri e la Polfer veneziani li...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
URBINO - Sono tornati a casa i due fidanzatini scomparsi dal primo settembre. Una fuga d'amore nella città dell'amore: Venezia. I carabinieri e la Polfer veneziani li hanno ritrovati ieri sera intorno alle 21 alla stazione di Santa Lucia, in buone condizioni. Avvisate le famiglie dei due ragazzi, Amine 18 anni e la sua fidanzatina 17, si sono precipitate a Venezia e all'alba di questa mattina entrambi erano tornati nelle loro case. Amine a Tavullia dove vive con i genitori e due fratelli, la ragazzina a Ponte Armellina dove vive insieme ai genitori. I due giovani erano irrintracciabili dalla scorso 1 settembre quando la mamma della ragazzina aveva ricevuto una telefonata: "Sono in ritardo, non tipreoccupare". Poi lei e Amine erano saliti su un treno. Per rintracciarli al lavoro i carabinieri di Urbino e di Tavullia, le procure di Pesaro e Urbino e la polizia. Dieci giorni di ricerche continue ostacolate dal fatto che i cellulari dei due ragazzi erano sempre spenti e che nessuno dei due si era rivolto ad amici o parenti. Poi, ieri pomeriggio, il cellulare di Amine ha agganciato una cella telefonica nei pressi di venezia. Un segnale chiave che ha messo in moto polizia e carabinieri veneti e ha portato poi al ritrovamento di entrambi. "E' stato un gesto di impeto, non volevamo scappare ma stare un po' da soli" hanno candidamente confessato i due. In realtà per il 18enne potrebbe anche profilarsi l'accusa di sottrazione consensuale di minore. ma visti i buoni rapporti che intercorrono tra le famiglie dei due ragazzi l'eventualità è remota.
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico