Condannato sette volte, rientra con un nome falso e minaccia ancora la moglie: agente lo riconosce, arrestato

Il commissariato di pubblica sicurezza di Urbino
URBINO - Era stato condannato per maltrattamenti ripetuti e violenti contro la moglie. Ha cercato rifugio in Albania sua terra d’origine. Ha tentato di cambiare...

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URBINO - Era stato condannato per maltrattamenti ripetuti e violenti contro la moglie. Ha cercato rifugio in Albania sua terra d’origine. Ha tentato di cambiare identità procurandosi documenti falsi. È tornato in Italia per riprendere a minacciare l’ex consorte che vive nella nostra provincia. Ma è finito in carcere grazie alla brillante azione dei poliziotti di Urbino. Lo hanno pedinato e individuato in un bar a Forlì.

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Vecchia conoscenza
Vecchia conoscenza delle forze dell’ordine ogni suo tentativo di eludere il riconoscimento è andata a vuoto. È stato condotto in carcere dove deve scontare un residuo di pena di 6 anni e 8 mesi. È finita così la latitanza di un albanese, classe 1981, ricercato in Italia e in Europa per una condanna definitiva ad oltre sei anni di reclusione per reati contro la persona e maltrattamenti in famiglia ai danni dell’ex moglie.

Nel mese di agosto 2020, per lo stesso uomo erano divenute definitive sette condanne, fra le quali, come detto, quella nei confronti della ex consorte. Scattava l’ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Ancona.

Il ricercato sceglieva come destinazione provvisoria l’Albania. Il 15 novembre è rientrato in Italia con una nuova identità convinto più che mai di poter eludere i controlli e ancor più deciso a ricominciare con le minacce contro l’ex consorte. Cosa che ha fatto come se nulla fosse successo. Ha ripreso lo stalking in maniera sempre più vemente e impietosa.

Indagini congiunte
La squadra mobile di Pesaro, che già nei mesi precedenti, in collaborazione con il commissariato di pubblica sicurezza di Urbino, aveva svolto approfondite indagini anche mediante l’attivazione dei canali di collaborazione internazionale di polizia, per accertare l’effettiva presenza del soggetto nel suo paese di origine e monitorare i suoi spostamenti, ha proseguito gli accertamenti in stretta intesa con i colleghi di Forlì.

Lì risultavano risedere alcuni parenti ed amici dell’uomo. I servizi di pedinamento effettuati hanno consentito di individuare l’appartamento dove risiedeva il ricercato. Nella mattinata di quattro giorni fa, i poliziotti, notato l’albanese uscire dall’abitazione, lo hanno seguito fino all’interno di un bar del centro. Lo hanno avvicinato per avere dati certi ai fini della sua identificazione.

Riconosciuto da un agente


L’uomo ha cercato in tutti i modi di sottrarsi all’arresto esibendo il documento con le nuove generalità ma, non appena si è sentito chiamare con il suo vero nome da uno degli investigatori, si è reso che ormai la sua fuga era giunta al capolinea. Inevitabile il trasferimento in carcere dove dovrà rimanere per sette anni e mezzo. L’operazione è stata oggetto di apprezzamento nei confronti dei poliziotti che hanno stroncato sul nascere una situazione che rischiava di diventare pericolosa. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico