Urbino, combattimenti clandestini tra cinghiali e cani: in sei patteggiano

Urbino, combattimenti clandestini tra cinghiali e cani: in sei patteggiano
URBINO – Combattimenti tra cani (soprattutto dogo argentini) e cinghiali: l’udienza preliminare presso il Tribunale di Urbino a carico di nove persone accusate a vario...

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URBINO – Combattimenti tra cani (soprattutto dogo argentini) e cinghiali: l’udienza preliminare presso il Tribunale di Urbino a carico di nove persone accusate a vario titolo di organizzazione di combattimenti tra “dogo argentini” e cinghiali, uccisione e maltrattamento di animali, si è conclusa con sei patteggiamenti, tre affidamenti in prova e la confisca di tutti gli animali.

Allevatori e possessori di dogo argentino residenti in diverse province, all’interno di un’azienda agricola nel cagliese, secondo l’accusa, facevano combattere cani e cinghiali. Gli imputati sono stati rinviati a giudizio «per avere in concorso tra loro, promosso ed organizzato nonché diretto il combattimento non autorizzato tra animali, nello specifico tra cani e cinghiali» e «per avere in concorso tra loro, per crudeltà e senza necessità, a seguito della condotta, cagionato la morte di un cinghiale». I cani, infatti, dilaniavano a morsi una femmina adulta di cinghiale bloccata e tenuta per le zampe posteriori da uno degli addestratori. E’ stata accertata, inoltre, la morte di un cane durante un combattimento ed almeno quattro episodi, testimoniati da veterinari, di prestazioni mediche fornite a due allevatori per suturare gravi ferite riconducibili ai combattimenti.  Alcuni imputati sono stati accusati anche di maltrattamento di animali per aver sottoposto un dogo argentino e un cinghiale «a sevizie e a comportamenti insopportabili per le sue caratteristiche etologiche». Il Giudice, su richiesta delle parti, ha applicato la pena concordata per sei imputati con condanne da 8 mesi a un anno di reclusione con multe da 34.000 euro a 50.000 euro. Per tutti e sei pena sospesa, mentre per gli altri tre imputati i difensori hanno richiesto «la sospensione del procedimento per istanza di ammissione di messa in prova». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico