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PESARO - Dovrà essere attivata un centrale telefonica unica per il servizio di guardia medica, che dovrà filtrare tramite il medico o un operatore competente le chiamate in arrivo, ma solo nel caso in cui alla postazione di continuità di Pesaro città, l’unica rimasta attiva dopo l’accorpamento di Montecchio e Gabicce, sia presente un solo medico, che potrebbe anche assentarsi per una visita urgente al domicilio.
Il filo diretto
In sostanza, vista la carenza tutt’altro che risolta di medici di continuità nel Distretto sanitario di Pesaro, si è optato per una consulenza medica telefonica, valutate le condizioni del paziente con procedura di triage telefonico. Una soluzione “tampone” probabilmente estesa fino a dicembre, che il Distretto sanitario coordinato dalla dottoressa Elisabetta Esposto, si trova costretto ad attivare per situazioni non di emergenza e nel caso di un solo medico impossibilitato a spostarsi fisicamente per le chiamate su un territorio allargato fino a Montecchio o Gabicce. La carenza si concentra sul Distretto sanitario di Pesaro.
La copertura
Fioccano le segnalazioni di disagio intercettate dai medici guardisti Alessandro Betonica e Gregorio Bucci.
Dal 3 novembre ad oggi come scrive la dottoressa Esposto nell’ultima lettera inoltrata alla medicina generale, grazie alla disponibilità di medici di base si è riusciti a coprire quasi totalmente i turni di novembre, e per ora resterebbe scoperto un solo turno.
«I turni coperti dai medici alla sede di Pesaro – entra nel merito il dottor Betonica - non risolvono la difficoltà a trovare colleghi, anche se incentivati con un ristoro economico. Un numero di medici, che è ancora sottostimato per una postazione aperta. In dieci giorni siamo riusciti a raccogliere una decina scarsa di specializzanti o medici di famiglia disposti a coprire a rotazione il turno di Pesaro, intercettando anche telefonicamente le segnalazioni in arrivo da Montecchio o Gabicce».
Le soluzioni
La sola novità che ha aggiunto l’assessore Saltamartini rispondendo in Consiglio regionale, martedì scorso, all’interrogazione della consigliera dem Micaela Vitri riguarda il reclutamento di infermieri di Asur da inviare e affiancare a supporto dei medici di turno alla postazione pesarese.
«Solo la settimana scorsa l’Area Vasta 1 ha potuto offrire un ristoro compreso fra gli 80-100 euro ad ogni medico disposto a coprire i turni – osserva la consigliera Vitri - considerando che oggi un sanitario di Guardia è retribuito 23 euro all’ora, e spesso passa la notte solo nello studio esposto a diversi rischi, anche per questo ben si può immaginare perché siano sempre meno i sanitari disponibili».
Vitri: «Regione in ritardo»
«Tra le misure utili ad evitare la chiusura delle postazioni, ci sarebbe la richiesta sull’abolizione urgente delle cosiddette cause di “incompatibilità”, che impediscono a medici con più di 650 mutuati di coprire alcuni turni negli studi di Guardia oltre ai professionisti in pensione. Ma su questo la Regione è in ritardo nel mettere insieme una riorganizzazione generale della continuità in Area Vasta 1». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico