PESARO - Dovrà essere attivata un centrale telefonica unica per il servizio di guardia medica, che dovrà filtrare tramite il medico o un operatore competente le chiamate in arrivo, ma solo nel caso in cui alla postazione di continuità di Pesaro città, l’unica rimasta attiva dopo l’accorpamento di Montecchio e Gabicce, sia presente un solo medico, che potrebbe anche assentarsi per una visita urgente al domicilio.
In sostanza, vista la carenza tutt’altro che risolta di medici di continuità nel Distretto sanitario di Pesaro, si è optato per una consulenza medica telefonica, valutate le condizioni del paziente con procedura di triage telefonico. Una soluzione “tampone” probabilmente estesa fino a dicembre, che il Distretto sanitario coordinato dalla dottoressa Elisabetta Esposto, si trova costretto ad attivare per situazioni non di emergenza e nel caso di un solo medico impossibilitato a spostarsi fisicamente per le chiamate su un territorio allargato fino a Montecchio o Gabicce.
Fioccano le segnalazioni di disagio intercettate dai medici guardisti Alessandro Betonica e Gregorio Bucci. E si aggiunge l’appello del sindaco di Vallefoglia, Ucchielli, per la riapertura della postazione di Montecchio. L’appello alla ricerca di medici volontari ha permesso finora di “salvare” almeno il mese in corso.
La sola novità che ha aggiunto l’assessore Saltamartini rispondendo in Consiglio regionale, martedì scorso, all’interrogazione della consigliera dem Micaela Vitri riguarda il reclutamento di infermieri di Asur da inviare e affiancare a supporto dei medici di turno alla postazione pesarese.
«Tra le misure utili ad evitare la chiusura delle postazioni, ci sarebbe la richiesta sull’abolizione urgente delle cosiddette cause di “incompatibilità”, che impediscono a medici con più di 650 mutuati di coprire alcuni turni negli studi di Guardia oltre ai professionisti in pensione. Ma su questo la Regione è in ritardo nel mettere insieme una riorganizzazione generale della continuità in Area Vasta 1».