Violenta testata in campo (con 192 giorni di prognosi) durante Torre San Marco - Real Gimarra di Terza Categoria, il pm chiede 2 anni e mezzo

Violenta testata in campo (con 192 giorni di prognosi), il pm chiede 2 anni e mezzo
FANO Lo scontro di gioco, la testata in faccia e ben 192 giorni di prognosi. Ieri le richieste di condanna per un senegalese di 23 anni accusato di lesioni personali aggravate dai...

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FANO Lo scontro di gioco, la testata in faccia e ben 192 giorni di prognosi. Ieri le richieste di condanna per un senegalese di 23 anni accusato di lesioni personali aggravate dai futili motivi e dal fatto causato durante una manifestazione sportiva. Era il 21 novembre del 2021 quando Torre San Marco (società di Fratte Rosa) affrontava il Real Gimarra in una partita valida per la seconda categoria. Qui il portiere senegalese FAll Serigne Mansour (Real Gimarra) ha reagito a un fallo di gioco.  

L’attaccante avversario, un albanese coetaneo, si sarebbe involato verso la porta ma il portiere lo avrebbe anticipato. L’attaccante ha finito la sua corsa contro il portiere che era caduto a terra. Quello che sarebbe successo in questi attimi è stato oggetto di discussione durante il dibattimento. Secondo l’imputato, l’avversario lo avrebbe insultato dicendogli «Alzati negro di m… Non ti sei fatto nulla». Questo è quanto sostiene la difesa del senegalese.


La reazione per l’insulto


Di qui la reazione violenta con una testata in faccia all’avversario che causò la perdita di coscienza temporanea. La vittima aveva riportato una frattura della volta cranica tale da essere operata e da causare una evidente cicatrice al volto oltre a un indebolimento della vista all’occhio sinistro. La prognosi fu di ben 192 giorni dalla dimissione dall’ospedale. Il giovane era rimasto 8 giorni nel nosocomio. Nel frattempo il giudice sportivo ha squalificato per due anni il senegalese dai campi di gioco, fino al 31 dicembre del 2023. L’avvocato Matteo Mattioli difende l’imputato e ha inserito il «brutto episodio nell’ambito della legittima difesa. Si è visto arrivare l’avversario a muso duro e con insulti a sfondo razziale. Ha reagito per paura, in maniera spropositata, per la quale ha chiesto scusa». Dall’altra parte la parte offesa si è costituita parte civile chiedendo 150mila euro di risarcimento. Il pubblico ministero ha chiesto 2 anni e sei mesi di condanna. La sentenza il 15 aprile.
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Corriere Adriatico