Scacco alla torre: rimozione lampo per il camino dell'ex fornace Molaroni. Ecco quando finiranno i lavori

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PESARO - Scacco alla torre Molaroni. Dopo la scossa di terremoto di magnitudo 5.7 che lo scorso 9 novembre ha investito le Marche del nord (seguita da un continuo sciame sismico),  questa mattina operai al lavoro per rimuovere a Pesaro la storica torre in mattoni dell'ex fornace Ceramiche Artistiche Molaroni. L'opera, non funzionante da tempo, svetta (ora sempre più parzialmente) in via Luca della Robbia, pieno centro storico. La pericolosità della torre ha costretto il Comune a evacuare 30 persone e chiudere la strada (in cui peraltro si trova il Centro per l'Impiego).

Intervento privato

Il sindaco Matteo Ricci era stato chiarissimo fin dai primi controlli che avevano evidenziato la problematica: «Abbiamo preso contatto con la Soprintendenza per fare smontare al più presto la torre. L'intervento è privato, quindi speriamo che venga realizzato velocemente per limitare i disagi. Nel frattempo continuiamo a monitorare».

Il disagio: sfollati sballotati da un albero all'altro

Una situazione non facile per i residente sfollati. L'operazione si è resa necessaria dopo l'allarme dato domenica, in seguito a un controllo più approfondito del centro storico ed effettuato con un drone, che ha evidenziato la precarietà della torre e il rischio che correvano le abitazioni sottostanti. Le 13 persone ospitate momentaneamente al Caesar (chi non aveva la possibilitò di trovare sistemazione da amici e parenti) oggi dovranno lasciare l'albergo (le camere era state prenotate): 11 saranno trasferite al Mediterraneo e due al Des Bains. Inserite nel progetto "protezione freddo" anche le 3 famiglie residenti in altre zone del centro storico ma sfollate lo stesso in seguito ai danni effettuati dal sisma melle loro rispettive abitazioni ad oggi dichiarate ancora inagibili. L'unica buona notizia: il lavoro di rimozione della torre dell'ex fornace dovrebbero concludersi entro il weekend.  L'incubo, per i 13 sfollati, avrebbe quindi i giorni ormai contati.

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Corriere Adriatico