Marche senza pace, ancora trema tutto: 150 scosse dall'Adriatico e trema anche l'entroterra

Marche senza pace, ancora trema tutto: 150 scosse dal mare
ANCONA La terra trema. Forte. A cadenza quasi regolare. L’entità non è più stata la stessa raggiunta mercoledì mattina poco dopo l’alba,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

ANCONA La terra trema. Forte. A cadenza quasi regolare. L’entità non è più stata la stessa raggiunta mercoledì mattina poco dopo l’alba, quando due scosse ravvicinate - una di magnitudo 5.5 alle 7,07, l’altra di 5.2 alle 7,08 - hanno fatto risvegliare le Marche nell’incubo del sisma. Ma nelle ultime 48 ore, le repliche hanno superato la soglia delle 150 unità. Anche nella giornata di ieri, la faglia che si è riattivata nell’Adriatico, di fronte alle coste del Pesarese e dell’Anconetano, ha continuato a muoversi. Subdola. Invisibile. 

 

La cadenza

Alle 18,54 la scossa più forte - 4.1 a largo di Fano - preceduta da un’altra di poco inferiore (magnitudo 4 che si è sentita forte e chiara sia nell’Anconetano che nel Pesarese, soprattutto nei Comuni affacciati sull’Adriatico). Più di 150 scosse in due giorni che traducono in cifre quello sciame sismico annunciato dall’Istituto nazionale di geologia e vulcanologia - mercoledì durante la prima riunione della Centro Operativo Regionale della Protezione civile - senza escludere la possibilità che si ripetano eventi di pari entità rispetto al primo. Per fortuna, il fatto che l’epicentro sia a largo della costa ha limitato gli effetti più negativi evitando la catastrofe. «La situazione sta tornando alla normalità - fa sapere il governatore Francesco Acquaroli, dopo la riunione pomeridiana di ieri del Cor -. Effettuati i sopralluoghi, le scuole saranno quasi tutte aperte, la circolazione ferroviaria e la viabilità stradale sono regolari. Continuano inoltre le verifiche di agibilità sugli edifici pubblici e privati e si procede alla conta dei danni rilevati che, da un primo esame, sembrano riguardare in prevalenza i beni storici e architettonici». 

Le stime

Intanto, una prima ricognizione è stata completata nel comune di Pesaro, dove la stima dei danni è stata quantificata in circa 20 milioni di euro per le lesioni al patrimonio pubblico. Una cifra monster che ha spinto il sindaco Matteo Ricci a scrivere alla premier Giorgia Meloni ed al governatore Acquaroli per chiedere aiuti. Ma siamo solo all’inizio. «Dobbiamo effettuare in breve tempo una valutazione precisa dei danni per poter procedere ad una corretta interlocuzione con la Protezione civile nazionale e con il governo - traccia la road map il numero uno di Palazzo Raffaello -. Il Cor resta comunque aperto e pronto ad affrontare qualsiasi evenienza».

Gli interventi

Intanto, nelle ultime 48 ore sono stati circa 350 gli interventi dei vigili del fuoco - in tutta la regione - seguiti a segnalazioni e richieste: nella maggior parte dei casi, per verificare l’entità delle lesioni in edifici privati. Di questi, 310 nelle province più colpite: 185 a Pesaro Urbino e 125 nell’Anconetano. Ma segnalazioni ed interventi sono stati registrati anche nelle Marche del sud, dove le scosse hanno avuto un impatto molto minore. In ogni caso, nel Maceratese se ne contano un totale di 13 in due giorni (nove richieste di intervento mercoledì e quattro ieri). Nell’Ascolano parliamo di 16 segnalazioni, mentre nel Fermano 10. Non ci sono stati danni gravi agli edifici come quelli che, dopo le scosse del 2016 e del 2017, sfregiarono i borghi abbarbicati sui Sibillini. Tuttavia, mentre sono ancora in corso le verifiche, alcune abitazioni sono state fatte evacuare per precauzione. Gli sfollati sono al momento circa 20 ad Ancona, 10 a Pesaro (distribuiti su quattro nuclei familiari) e quattro a Tavullia. Nel capoluogo dorico, le persone che si sono ritrovate di punto in bianco fuori di casa, vengono ospitate all’interno dell’impianto sportivo PalaPrometeo. Struttura messa a disposizione dal Comune e gestita dalla Protezione civile, è attrezzata con oltre 200 posti letto, dei quali 50 già posizionati nell’eventualità che, con il passare delle ore - ed in caso di altri eventi sismici intensi che aggravino la situazione - si presentino altre persone nella necessità di lasciare le proprie abitazioni. 

Gli sfollati

Per quanto riguarda i 10 sfollati di Pesaro, invece, cinque hanno trovato ospitalità dai parenti e cinque sono stati sistemati in strutture comunali attraverso i servizi sociali. Così come i quattro di Tavullia, affidati anche loro ai servizi sociali. Un contesto fluido, in divenire, con quella faglia celata sotto l’Adriatico che continua a fare paura.

 

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico