«Metto una bomba in tribunale»: chiusi i Palazzi di giustizia di Pesaro e Urbino. Sbarrati gli accessi, quattro ore con il fiato sospeso

Tutto rientrato alle 11.15 anche a Urbino dopo i controlli effettuati dalla squadra cinofila già all'opera nel palazzo di giustizia pesarese

URBINO  – Ore 7.40: allarme bomba al Tribunale di Urbino nella mattina di oggi 17 novembre 2023. La conferma arriva dalla polizia che - come riporta il Ducato...

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URBINO  – Ore 7.40: allarme bomba al Tribunale di Urbino nella mattina di oggi 17 novembre 2023. La conferma arriva dalla polizia che - come riporta il Ducato -  ha chiuso via Raffaello da Porta Raffaello fino all’incrocio con via Bramante e via Santa Margherita. In contemporanea lo stesso allarme è scattato nel palazzo di giustizia di Pesaro: chiuse le porte, delimitata l'area antistante, blindato il vicino piazzale Carducci.

Allarme rientrato alle 11.15 dopo i controlli effettuati dall'unità cinofila che prima hanno bonificato Pesaro e poi Urbino al termine di una mattinata di ordinaria follia. Disagi per la città di Urbino e per il tribunale stesso nelle sue quotidiane funzioni per circa 3 ore.

Ingresso sbarrato

Subito dopo l'allarme gli agenti presenti nel Palazzo di Giustizia ducale hanno sbarrato l'ingresso nell'attesa dell'arrivo dei carabinieri con i cani addestrati a trovare e valutare l'eventuale presenza di un ordigno. L'allarme è scattato dopo una telefonata arrivata di primissima mattina, poco dopo le 7, in Questura a Pesaro, di fatto un avviso circa la presenza di un ordigno in Tribunale ma senza specificare quale.

Guarda il video a cura di Beatrice Giannotti:

La voce di un uomo

La voce era quella di un uomo (non ancora identificato) che ha riferito in un primo momento di «aver lasciato» o «voler mettere una bomba all'interno del tribunale». Da qui, per precauzione, è scattato l'allarme in entrambi i palazzi di giustizia. A Pesaro tutto è rientrato dopo il controllo effettuato tramite i cani addestrati a scoprire la presenza di bombe. La squadra specializzata si è subito dopo messa in viaggio per raggiungere Urbino ed effettuare gli stessi controlli a titolo precauzionale. Tutto si è risolto con un nulla di fatto alle 11.15: nessuna bomba, la telefonata è stata effettuata probabilmente da un mitomane o squilibrato non si sa bene con quale intento (forse  - si ipotizza - qualcuno che aveva qualche conto in sospeso con il tribunale e, con questa trovata, voleva rinviarlo).

 

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Corriere Adriatico