TAVULLIA - Spaccio di cocaina, furti e un tentato incendio, in un night club, per motivi di gelosia. In manette due albanesi, di 21 e 23 anni, residenti a Tavullia e Misano,...
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Le indagini dei carabinieri di Riccione sono partite lo scorso marzo da una serie di controlli sul più vecchio della banda, il 31enne di Gradara, già destinatario di un provvedimento di espulsione e con numerosi precedenti per droga sul curriculum. Da lì, tramite appostamenti, intercettazioni e pedinamenti, per la durata di sei mesi, si è aperto un mondo fatto di spaccio e non solo tra Rimini, Riccione e Misano, con una clientela eterogenea, giovane e meno giovane, residente anche nel Pesarese. Le cessioni di cocaina avvenivano quasi sempre all’aperto anche se, come ricostruito dai militari diretti dal capitano Califano, in qualche occasione i pusher operavano direttamente all’interno di ristoranti e locali della riviera romagnola.
Sia a Riccione che a Misano gli stessi militari dell’Arma hanno documentato oltre una decina di episodi di spaccio. Non solo: la banda operava anche in altri settori. Contestati, infatti, almeno due furti: in un supermarket di Misano e in un ristorante di Riccione, più un colpo andato a vuoto al night club Kristal dove poi si è verificato anche il tentativo di un incendio doloso. Le intercettazioni, in questo caso, hanno permesso di ricostruire un puzzle risalente alla notte dello scorso 11 maggio.
Motivo scatenante, a quanto apre, la gelosia dell’albanese di 23 anni per la sua ragazza, una marocchina che lavorava in quel locale come ballerina. L’uomo, secondo quanto ricostruito nell’indagine, non accettava il fatto che la sua ragazza si esibisse. Quello doveva essere un atto intimidatorio nei confronti del gestore del locale. Alcuni componenti della banda, dopo aver forzato il portone d’ingresso del night riccionese, avevano così rovesciato all’interno diversi litri di benzina. Al momento di accendere il fuoco, però, il passaggio di una pattuglia dei carabinieri li aveva messi in fuga. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico