La strada è ancora troppo pericolosa, terza rotatoria sulla Siligata: sopralluogo dei tecnici Anas

La strada è ancora troppo pericolosa, terza rotatoria sulla Siligata: sopralluogo dei tecnici Anas
PESARO Il grande impegno del sesto quartiere San Bartolo per proseguire con la messa in sicurezza della Statale 16 non si ferma e anzi aggiunge un altro tassello, anche se per ora...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

PESARO Il grande impegno del sesto quartiere San Bartolo per proseguire con la messa in sicurezza della Statale 16 non si ferma e anzi aggiunge un altro tassello, anche se per ora resta sulla carta di tecnici e progettisti. Già effettuato però un sopralluogo a Colombarone che ha coinvolto rappresentanti del quartiere, della Comunità del Parco, il dirigente del Servizio Manutenzioni e Viabilità e soprattutto i tecnici dell’Anas.

 

La situazione

«Dopo la rotatoria della Siligata all’incrocio che poi conduce a Fiorenzuola, la costruzione della rotatoria di strada San Cristoforo e la realizzazione della ciclabile che collega Colombarone a Gabicce – entra nel merito Massimo D’Angeli, presidente della Comunità - l’impegno a favore della sicurezza del quartiere e per la ridurre la velocità all’inizio del centro abitato di Colombarone non si allenta». Si tratta di un intervento che verrà finanziato con risorse comunali mentre Anas verrà coinvolta nella co-progettazione di un nuovo rondò e nella modifica della segnaletica orizzontale e verticale in quel tratto di centro abitato. L’intento infatti è ridurre l’elevata velocità di auto e mezzi soprattutto in direzione Pesaro-Cattolica, che entrano ancora oggi dentro l’abitato a velocità sostenuta, prima di trovarsi di fronte ai due rondò già esistenti.

Il primo step

«Il primo intervento e certamente il più immediato – riferisce il presidente della Comunità D’Angeli – riguarda l’accordo con Anas per spostare l’attuale cartello di inizio del centro abitato di Colombarone, 200 metri prima rispetto a dov’è oggi per chi proviene dalla Siligata, e tutto per fare rispettare i limiti di velocità, estendendo di fatto il perimetro del centro abitato fino a Case Badioli in corrispondenza della svolta che porta alla zona artigianale e industriale. In tal modo tutto l’abitato avrà il limite dei 50 orari. Lo step successivo, che dovrà essere il servizio Viabilità del Comune a progettare in sinergia con i tecnici Anas a cui compete il rilascio dei pareri e delle autorizzazioni, sarà un terzo rondò provvisorio di media dimensione in corrispondenza dell’incrocio con strada per la Siligata, tratto che si immette poi sulla Statale. La rotatoria proprio perché disegnata in quel punto, avrà la funzione di far rallentare tutti quei mezzi che provengono da Pesaro, in uscita dal rondò di Siligata che proseguono in direzione nord, e che altrimenti come accade ancora oggi favoriti dalle quattro corsie, tendono ad accelerare, troppo spesso superando anche i 100-130 per poi rallentare bruscamente al rondò al centro di Colombarone. In questo modo si mette in sicurezza tutta quella fascia di abitazioni all’ingresso di Colombarone, e superato il rondò di strada San Cristoforo fino a Case Badioli come già detto si otterrà il beneficio di ampliare il perimetro dell’abitato e parallelamente mettere in sicurezza la svolta e l’immissione sulla Statale per chi esce da strada per la Siligata.

L’attesa

Dunque non ci resta che attendere. Quartiere e Comunità del Parco sperano di mettere in cantiere i primi interventi di messa in sicurezza fra la tarda primavera e l’estate.

 

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico