Pesaro, rubano i motori delle barche al porto: per la legge non saranno puniti

Pesaro, rubano i motori delle barche al porto: per la legge non saranno puniti
PESARO Motori di barche rubati al porto, il processo si chiude senza condanne per via della riforma Cartabia. Gli imputati accusati di furto risarciscono ma sono prosciolti e la...

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PESARO Motori di barche rubati al porto, il processo si chiude senza condanne per via della riforma Cartabia. Gli imputati accusati di furto risarciscono ma sono prosciolti e la fanno franca. Il caso riguardava un fatto avvenuto nell’estate del 2019 quando due rumeni di 35 e 40 anni rubarono da barche ormeggiate al porto di Pesaro una cassetta di attrezzi completa di un binocolo professionale per un valore di 2000 euro, un motore Yamaha del valore di 4000 euro rimuovendo la barra antifurto che proteggeva il tutto. Poi avevano tranciato i cavi elettrici e del carburante di un altro motore Yamaha del valore di 3000 euro. 

 


La denuncia

Denunciati i furti per oltre un anno tutto era rimasto avvolto nel mistero senza poter dare un nome e un volto ai responsabili. Ma i carabinieri non si sono arresi e hanno portato avanti le indagini. La zona per fortuna è videosorvegliata e ancora una volta gli occhi elettronici si sono rivelati uno strumento utile per risalire ai responsabili. Dalle immagini di videosorveglianza della zona si vedevano tre individui che avevano portato via gli attrezzi, reti da pesca, cassette e i due motori. Dopo una serie di comparazioni ed elementi utili, i militari sono riusciti a risalire agli autori. Si tratta di due rumeni, entrambi residenti nel bolognese e con vari precedenti per furto. Ieri mattina il caso è arrivato davanti al giudice monocratico, seguito dell’avvocato Alessandro Pagnini. 

Non luogo a procedere

Uno dei due imputati (un terzo è rimasto ignoto), ha risarcito con 9000 complessivi i proprietari delle imbarcazioni. Così non è stata portata avanti la querela e il caso, come vuole la riforma Cartabia, si è chiuso con il non luogo a procedere. L’altro imputato non avrebbe risarcito nulla. Dei motori nessuna traccia, quasi certamente sono stati rivenduti al mercato nero. 

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Corriere Adriatico