La Tac dell'ospedale riparata dopo 5 giorni: «Serviva un pezzo che è arrivato dagli Stati Uniti»

La tomografia assiale computerizzata
URBINO - «Il problema della Tac era serio – risponde laconicamente ma con decisione Romeo Magnoni, il direttore dell’Area Vasta 1 -. Abbiamo dovuto far venire un...

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URBINO - «Il problema della Tac era serio – risponde laconicamente ma con decisione Romeo Magnoni, il direttore dell’Area Vasta 1 -. Abbiamo dovuto far venire un pezzo dagli Usa. E’ arrivato, ci è stato inoltrato e da oggi (ieri per chi legge ndr), già dal primo pomeriggio, subito dopo che è stato rimodulato hardware e software, ricominciamo con gli esami». Secondo quanto ha comunicato ieri Magnoni la Tac, dopo 5 giorni di avaria con gravi disagi in diversi reparti dell’ospedale Santa Maria della misericordia di Urbino, è tornata operativa con il primo esame eseguito su un paziente alle 15.

Covid Marche, da giugno 997 positivi e il 17,5% aveva già fatto la prima dose di vaccino

 

L'assessore comprensiva

L’assessore comunale alla sanità, Elisabetta Foschi, in altri momenti puntuta nel segnalare le carenze della sanità urbinate è tollerante rispetto all’ultimo disservizio accreditando una compensazione della rete sanitaria. «Credo che in una macchina un pezzo meccanico possa anche rompersi - afferma -. Non accade solo a Urbino e potrebbe accade ovunque. Sta nelle cose ma la rete sanitaria ha funzionato perché è riuscita a rispondere egregiamente allo scompenso». 


Dal 12 ottobre del 2017 è attiva presso l’ospedale di Urbino la Tomografia assiale computerizzata 68/128 slices Modello revolution GE presso la unità operativa di diagnostica per immagini. Secondo le informazioni dell’Area vasta 1, la Tac è dotata di applicativi di ultima generazione in grado di effettuare ricostruzioni di immagini particolarmente sofisticate supportando così il medico specialista nella diagnosi; in particolare semplifica la gestione clinica degli utenti traumatizzati. 

Tecnologia evoluta
La tecnologia garantisce l’attività per i pazienti interni e per i cittadini esterni, anche in regime di emergenza-urgenza. Inoltre è dotata di un software per la riduzione della dose radiante, come da normativa europea. L’implementazione di tale tecnologia pesante ha rafforzato per diverse stagioni l’offerta e la funzionalità di Area vasta 1 e si pone, a tutt’oggi, come importante nodo della rete della provincia di Pesaro-Urbino e soprattutto dell’entroterra. 

L’attesa della spedizione


Un disagio, dunque, durato sì 5 giorni per pazienti, utenti e personale medico, esattamente dal 30 giugno scorso, ma la direzione di Area vasta 1 sostiene di essersi impegnata per risolvere il problema nel più breve lasso di tempo possibile. L’apparente ritardo nella riparazione è stato provocato dall’attesa del nuovo pezzo da oltre oceano. I casi delicati e sensibili, come è stato sottolineato, sono stati indirizzati a Fossombrone o Fan Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico