Violenza nella cucina del ristorante mentre i clienti erano in sala, chiede 70mila euro di risarcimento

Ancora una donna vittima di violenza sessuale
PESARO - Accusato di averla violentata nella cucina del ristorante, anche mentre i clienti erano nell’altra sala. Ieri la definizione del rito e le richieste di risarcimento...

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PESARO - Accusato di averla violentata nella cucina del ristorante, anche mentre i clienti erano nell’altra sala. Ieri la definizione del rito e le richieste di risarcimento della parte civile. Lui è un 47enne pesarese finito in carcere per violenza sessuale e lesioni. E un paio di mesi fa è stato condannato a 6 anni di reclusione per maltrattamenti contro un’altra donna, anche lei straniera.

 


Gli vengono contestati episodi raccapriccianti. Avrebbe preso la ex, una 46enne moldava, per i polsi, strappato le mutandine e costretta a un rapporto vicino al congelatore del loro ristorante. Lui nega tutto. Secondo quanto raccolto dalla deposizione della donna, tutelata in sede civile dall’avvocatessa Elena Fabbri, lui si sarebbe fatto trovare nudo sul retro, vicino al bagno del ristorante. Qui le avrebbe imposto di fare sesso nonostante le minacce di lei di denunciarlo e i pianti. Lui l’avrebbe presa per i capelli e detto frasi ingiuriose e che il suo pensiero era di dover fare sesso. Poi le avrebbe tolto le mutandine e violentata spingendola contro il congelatore. In un’altra circostanza l’avrebbe presa per i polsi tirandola con forza verso il divano. La ragazza si è difesa sferrando un calcio al suo ex grazie al quale era riuscita a fuggire dalle sue grinfie. Ma in un’altra circostanza lui l’avrebbe presa per il collo facendola urtare contro un mobile. Lei era caduta a terra perdendo conoscenza. Il 10 novembre si era presentata al pronto soccorso dove ha ricevuto 7 giorni di prognosi. Qui è scoppiato il vaso di pandora e la donna ha raccontato tutto agli agenti della squadra mobile di Pesaro.

Condotte reiterate da giugno fino a novembre. Lui l’aveva minacciata di ucciderla se lei lo avesse denunciato dicendole che l’avrebbe disossata, sepolta viva o fatta ammazzare da un suo amico. Timori che la donna ha fatto presente agli agenti che l’hanno ascoltata e protetta facendo scattare il codice rosso contro le vittime di violenza. Così è scattata la misura cautelare in carcere per l’uomo. Nel corso della perquisizione sono stati rinvenuti e sequestrati alcuni fucili da caccia, detenuti dal defunto nonno, che l’uomo aveva menzionato nel corso di una delle tante minacce, pertanto anche gravi, proferite nei confronti della donna. L’avvocatessa Fabbri che si è costituita parte civile anche per Gens Nova, l’associazione che tutela le vittime di violenza, ha chiesto 70 mila euro di risarcimento. «I danni sono impagabili per quanto la donna ha subito. Non c’è interesse economico, ma la volontà di avere giustizia nelle giuste sedi».


La discussione e la sentenza il 24 giugno. A marzo il ristoratore era stato condannato a 6 anni per maltrattamenti e violenza sessuale nei confronti di una un’altra donna moldava di 40 anni. Sarebbe stata costretta a subire rapporti sotto le minacce. E a non raccontare della gravidanza interrotta. «Se lo dici a qualcuno ti violento, ti ammazzo e sotterro il cadavere».

 

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Corriere Adriatico