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L’accusa
Per l’accusa quelle minacce sarebbero inventate perché partite dall’account de “La Macelleria”, uno dei suoi ristoranti. Il tecnico della cybersecurity aveva già spiegato che l’account del ristorante è stato cambiato in Il Macellaio Matto Ps.
L’altro filone
Intanto i sindacati di Polizia Siulp, Sfp e Silp Cgil intervengono in risposta a un post di Carriera rispetto al processo che lo vede accusato di diffamazione contro il dirigente della squadra Mobile Paolo Badioli e diffusione di un video o audio carpito in maniera fraudolenta del momento in cui i poliziotti entravano nel ristorante di Carriera per notificare la chiusura visto che era rimasto aperto nel momento del lockdown. Video che ha innescato commenti, minacce e insulti nei confronti di Badioli. Carriera si chiede perché i sindacati chiedano 84 mila euro di risarcimento. La risposta di Lanzini, Martini e Frega non tarda. «Abbiamo deciso di costituirci parte civile nel processo per tutelare l’onorabilità e il rispetto dell’operato di tutti gli uomini che hanno partecipato all’attività e che, in conseguenza del messaggio lanciato sui social, sono stati oggetto di insulti, tacciati di scarsa professionalità, se non anche ritenuti responsabili di un abuso. “…Un’arroganza incredibile, nessuno si è identificato. Denuncerò ciascuno di loro….”. Ogniqualvolta vi è un’udienza del processo che lo riguarda, anziché continuare ad aizzare gli animi professandosi vittima di una cospirazione, come nel caso del post pubblicato su Facebook oggi pomeriggio, Carriera farebbe bene a riflettere sul suo operato e a non alimentare un sentimento di prevaricazione da parte degli operatori di polizia. Spieghi anche che non c’è stata nessuna arroganza e che non è vero che nessuno si è identificato».
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Corriere Adriatico