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Le vicende italiane dalle Brigate Rosse, all’eversione nera, il terrorismo internazionale e quell’incontro con Matteo Renzi in autogrill. La storia raccontata da chi era dietro le linee, ma anche dentro le linee: Marco Macini, agente segreto. Martedì 16 appuntamento organizzato dal Lions Club Urbino Pesaro Gabicce nella sede di Confindustria alle 17,30 per la presentazione del libro “Le regole del gioco” edito da Rizzoli. Carabiniere dal 1979, ha fatto parte della Sezione speciale anticrimine di Milano fino al 1984.
Agente segreto poi, ha partecipato alle più importanti azioni di controspionaggio del Sismi e dell'Aise a contrasto del terrorismo fino al 2014. È stato responsabile amministrativo al Dis per il comparto intelligence fino al luglio 2021.
Mancini racconta anche «Lo sguardo del terrorista di al-Qaida che incrociai a pochi metri dall'ambasciata italiana a Beirut, mentre stava cercando il punto giusto per farla esplodere piazzandoci 400 chili di esplosivo». Un attentato che sarebbe stato l’11 settembre italiano. Poi l'azione di contrasto nei confronti di servizi segreti russi che tentavano di penetrare l'Italia. Tutto questo grazie al "controspionaggio offensivo": un metodo affinato dall'agente segreto italiano Marco Mancini che lo ha messo in pratica con successo per molti anni. Lo 007 ha partecipato a operazioni cruciali per la sicurezza del nostro Paese fin dai suoi esordi nella Sezione speciale anticrimine dei carabinieri di Milano fondata dal Generale Carlo Alberto dalla Chiesa per combattere il terrorismo e poi come agente segreto dello spionaggio e del controspionaggio in Africa, nei Paesi dell'Est Europa e nel Medioriente allargato.
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Corriere Adriatico