PESARO - Parapiglia ieri mattina in tribunale. Urla, mani al collo e graffi. Una situazione incandescente placata grazie...
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Una situazione incandescente placata grazie all’aiuto di un avvocato che si trovava all’interno del Palazzo di Giustizia e della guardia giurata che presidia l’entrata oltre che di un agente di polizia giudiziaria. Il fatto è accaduto ieri mattina al tribunale di Pesaro e suo malgrado è diventato protagonista anche l’avvocato Giuseppe Sorcinelli. È proprio lui a raccontare quanto successo.
«Ci trovavamo al bar del Tribunale quando sono uscite dalla stanza di un giudice 5 o 6 persone. I toni con cui parlavano tra loro, erano abbastanza accesi finché un uomo ha messo le mani al collo a una donna sulla quarantina. Lei ha iniziato a difendersi e graffiarlo con forza facendolo anche sanguinare. È stata una scena molto violenta e inaccettabile in un Palazzo di Giustizia. Così ho deciso di intervenire e ho urlato ai due contendenti di smetterl». L’avvocato Sorcinelli si è rivolto all’aggressore intimandogli di fermarsi e ricordandogli che un uomo non dovrebbe mai mettere le mani addosso a una donna. «Mi sono sentito rispondere - continua Sorcinelli - che era la figlia del signore. Una cosa incredibile. Ho cercato di separarli fra spinte e urla. Il parapiglia ha attirato l’attenzione della guardia giurata della Fenice security service. A dare manforte è arrivato anche un agente di polizia giudiziaria in borghese che immediatamente si è qualificato e ha cercato assieme agli altri di separare i due. Padre e figlia sono stati quindi portati fuori dal Tribunale e la situazione si è calmata».
Da quanto si è capito l’oggetto del contendere era una questione famigliare. «Dovrebbe trattarsi di una questione di amministrazione di sostegno relativa a un parente e dunque indirettamente di denaro. Non sapremo se ci saranno delle querele ma è stata una scena intollerabile per un Tribunale tanto che invito i colleghi avvocati a evitare di portare a Palazzo di Giustizia clienti irascibili che possono creare e situazioni a rischio». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico