La storica ferramenta va in bancarotta: padre e figlio assolti da tutte le accuse

La storica ferramenta va in bancarotta: padre e figlio assolti da tutte le accuse
PESARO  - Padre e figlio accusati di bancarotta fraudolenta per oltre 800mila euro, assolti. Il caso riguarda Sauro Giardini, titolare della Cgo Srl in liquidazione, e suo...

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PESARO  - Padre e figlio accusati di bancarotta fraudolenta per oltre 800mila euro, assolti. Il caso riguarda Sauro Giardini, titolare della Cgo Srl in liquidazione, e suo figlio Gianluca, storica ditta di ferramenta a Pesaro. Processati per bancarotta fraudolenta distrattiva e preferenziale, sono stati assolti dal tribunale penale di Pesaro con la miglior formula di legge perché il fatto non sussiste. 

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Nei tre capi di imputazione la doppia distrazione riguardante il magazzino, era stata ipotizzata per 543 mila e 147 mila euro mentre la preferenziale per 149 mila euro. La bancarotta preferenziale riguarda il caso in cui durante il fallimento si preferisce soddisfare alcuni creditori piuttosto che altri, violando così la par condicio creditorum. Ieri l’ultimo atto del dibattimento davanti al collegio del tribunale di Pesaro. Il pubblico ministero ha chiesto la condanna a 3 anni e 8 mesi per il padre Sauro e 6 mesi per il figlio Gianluca.

L’avvocato degli imputati, Mauro Minestroni, ha seguito la vicenda fin dall’inizio e spiega: «Come tutti i processi per bancarotta è stato un processo penale difficile. Le prove portate in tribunale hanno dimostrato l’estraneità degli imputati per i reati contestati. L’ingente mole di documentazione non ha facilitato la difesa che tuttavia è riuscita a sintetizzare nell’arringa finale, tesi difensiva in sintonia con la giurisprudenza di Cassazione». L’avvocato Mauro Minestroni, che ha seguito per la parte civile anche il caso di banca Mps, al termine ha dichiarato di aver sempre creduto nella assoluzione. 


«Grazie anche ad una perizia contabile è stata dimostrata la mancanza di un inventario analitico alla data del fallimento, che ha impedito di identificare la distrazione. I pagamenti preferenziali sono stati fatti da una terza società in affitto d’azienda e che non avevano attinenza con la Cgo. Srl. Siamo soddisfatti per la sentenza che riabilita i due imprenditori».

 

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Corriere Adriatico