Sosta selvaggia anche di bici, l'appello del soccorritore: «Non intasate la ciclabile, l'ambulanza non passa»

Sosta selvaggia anche di bici, l'appello del soccorritore: «Non intasate la ciclabile, l'ambulanza non passa»
PESARO - Anche le biciclette possono essere fonte di sosta selvaggia e causare ostacolo ai soccorsi. Ne sanno qualcosa gli operatori del 118 che d’estate si vedono costretti...

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PESARO - Anche le biciclette possono essere fonte di sosta selvaggia e causare ostacolo ai soccorsi. Ne sanno qualcosa gli operatori del 118 che d’estate si vedono costretti a imboccare la ciclabile di Sottomonte per raggiungere dei casi di emergenza in spiaggia e che si ritrovano la pista intralciata da decine e decine di bici di bagnanti ammucchiate alla meno peggio.

È positivo e senza il vaccino, la famiglia: «Trasferitelo». Far West al pronto soccorso. Il primario: «Curiamo tutti»

 

In passato ci sono stati degli interventi che sono stati intralciati proprio dai mezzi che ostruivano la ciclabile e ogni anno si lanciano gli appelli ad avere maggiore senso di responsabilità e di civismo. E puntualmente lo stesso appello è scattato anche quest’anno. A lanciarlo, attraverso i social, un soccorritore della Croce Rossa che d’estate svolge il servizio “Cri in Bici”, progetto voluto fortemente da Croce Rossa Italiana - Comitato di Pesaro proprio per ovviare al problema del soccorso nel tratto di Sottomonte. «Percorriamo la ciclabile su e giù tutti i fine settimana - spiega - e molti di voi ci avranno visti. La percorro, purtroppo, anche in ambulanza e qui arriva il mio consiglio: tenete le biciclette in ordine il più vicino al bordo della ciclabile, non sovrapponetele tutte insieme, se vi capita di spostarle non lasciatele in mezzo. Abbiamo un grosso problema nel passare con l’ambulanza. Il più delle volte dobbiamo scendere dal mezzo e spostarle, la conseguenza è che perdiamo minuti preziosi sentendoci poi anche dire che arriviamo in ritardo. Ci hanno tolto anche le piazzole per i service destinati alle spiagge libere, la conseguenza è che per invertire la marcia e dobbiamo percorrere la ciclabile per intero, perdendo altri minuti. Quello che chiedo e auspico - conclude il soccorritore - è di usare il senso civico per pensare al prossimo e per non doverci trovare ad aspettare noi stessi il soccorso che non arriva per i motivi appena elencati».

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Corriere Adriatico