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PESARO - «Non sprecate l’acqua. Dobbiamo contenerne il consumo. Siamo consapevoli di richiedere a cittadini e imprese uno sforzo importante ma è necessario, in condizioni di criticità, il contributo di tutti. Ribadiamo la necessità che l’acqua sia utilizzata solo nelle sue funzioni di primaria utilità». E’ appello che Marche Multiservizi lancia ai suoi utenti nei giorni torridi e riarsi di Ferragosto. Un appello a cui fanno seguito gli inviti alla responsabilità dei sindaci, dal primo cittadino di Vallefoglia, Palmiro Ucchielli, al sindaco di Fossombrone, Gabriele Bonci, alla nota in cui l’Amministrazione di Cagli spiega le decisione che ha dovuto prendere. Si chiede collaborazione perchè la situazione del Pesarese è in una fase delicata.
I numeri
Per intenderci, all’altro ieri, sono 450 al secondo i litri d’acqua pompati dai pozzi strategici. Da quello di Sant’Anna, a Fossombrone, operativo quest’anno per la prima volta, 150 litri al secondo e, 300 dal Pozzo del Burano, al confine tra Cagli e Cantiano. Il doppio di quello autorizzato venerdì scorso, solo cinque giorni prima, dal Comitato della Protezione Civile per l’Emergenza idrica. La crisi 2021 si prospetta ancora più acuta di quella del 2017.
Gli investimenti
«Gli investimenti degli ultimi anni – spiega - sono gravitati principalmente sulla depurazione, che dal ‘98 vede la nostra Provincia sotto infrazione, mentre assistiamo ad un innalzamento delle temperature e al problema grave delle falde. È un anno che si discute su cosa fare e nessuno decide. Il rischio è sotto gli occhi di tutti: quello di lasciare senza acqua un’intera provincia. Fortunatamente, alcune azioni messe a sistema qualche anno fa hanno ridotto certi rischi stagionali, ma non si può andare avanti. Perché le scelte vanno supportate dalla scienza, dalle competenze e dalle professionalità. Ci vuole un equilibrio idrico distribuito che possa rendere autonomo il nostro territorio». Una fotografia che Marche Multiservizi, tramite una lettera, ha spedito a tutti i sindaci.
Atto doveroso
«E’ un atto doveroso – commenta Mauro Tiviroli, l’amministratore delegato - dove esprimiamo la nostra conoscenza, per un servizio fondamentale. Oggi si parla sempre di resilienza ma la resilienza non è altro che l’adattamento ai mutamenti che i nostri antenati hanno adottato nei secoli. Il cambiamento climatico purtroppo è in atto».
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Corriere Adriatico