La siccità stringe la sua morsa: servono le autobotti per dissetare 24 Comuni

La siccità stringe la sua morsa: servono le autobotti per dissetare 24 Comuni
La siccità stringe la sua morsa: servono le autobotti per dissetare 24 Comuni
di Véronique Angeletti
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Venerdì 13 Agosto 2021, 08:40

PESARO - «Non sprecate l’acqua. Dobbiamo contenerne il consumo. Siamo consapevoli di richiedere a cittadini e imprese uno sforzo importante ma è necessario, in condizioni di criticità, il contributo di tutti. Ribadiamo la necessità che l’acqua sia utilizzata solo nelle sue funzioni di primaria utilità». E’ appello che Marche Multiservizi lancia ai suoi utenti nei giorni torridi e riarsi di Ferragosto. Un appello a cui fanno seguito gli inviti alla responsabilità dei sindaci, dal primo cittadino di Vallefoglia, Palmiro Ucchielli, al sindaco di Fossombrone, Gabriele Bonci, alla nota in cui l’Amministrazione di Cagli spiega le decisione che ha dovuto prendere. Si chiede collaborazione perchè la situazione del Pesarese è in una fase delicata. 

I numeri

Per intenderci, all’altro ieri, sono 450 al secondo i litri d’acqua pompati dai pozzi strategici. Da quello di Sant’Anna, a Fossombrone, operativo quest’anno per la prima volta, 150 litri al secondo e, 300 dal Pozzo del Burano, al confine tra Cagli e Cantiano. Il doppio di quello autorizzato venerdì scorso, solo cinque giorni prima, dal Comitato della Protezione Civile per l’Emergenza idrica. La crisi 2021 si prospetta ancora più acuta di quella del 2017. Sono almeno dieci giorni che tredici autobotti, quattordici nel fine settimana, trasportano 1425 metri cubi d’acqua per rifornire giornalmente i serbatoi di 24 Comuni dell’entroterra. In media, 95 viaggi al giorno, per garantire acqua potabile ad Acqualagna, Apecchio, Belforte all’Isauro, Borgo Pace, Cagli, Colli al Metauro, Fermignano, Fossombrone, Frontino, Lunano, Macerata Feltria, Mercatino Conca, Monte Cerignone, Monte Grimano, Piandimeleto, Pergola, Petriano, Piobbico, Sassocorvaro-Auditore, Sassofeltrio, Tavoleto, Urbania, Urbino, Vallefoglia. Le sorgenti nelle aree interne, soprattutto le più piccole, non riescono a ricaricarsi e sono in sofferenza. A confronto del mese di febbraio, le portate sono calate in media del 40 - 50%. Nell’alto Montefeltro se a luglio quelle del Brascone e Pescaie fornivano 13,5 litri secondo, oggi ne forniscono solo 6.

Quella di San Martino dei Muri di Fossombrone che, ad inizio anno, davano ben 24 litri al secondo si sono prosciugate già da giugno. Le sorgenti di Piandimeleto, dagli originari 16 litri al secondo ora ne danno solo 4. Le Piegge di Borgo Pace solo 0,0 3 l/secondo e le sorgenti Mandrale, Plea e Iacona di Frontone, 2,2 l/secondo. Meno della metà dei 5,8 registrati a giugno. «La linea del non fare niente, che sta mettendo sotto scacco un’intera provincia deve far riflettere» osserva Daniele Tagliolini, il presidente di Marche Multiservizi, la società che gestisce e distribuisce l’acqua. Ricorda che il “Piano Acquedotti” è fermo dal 2014 ed è di competenza regionale; che la pulizia invasi sul fiume Metauro non si fa da anni ed è di competenza regionale; che i prelievi da falda sotterranea, sempre di competenza regionale, se autorizzano Gorgovivo nell’anconetano a prelevare 1500 l/s tutto l’anno, limita a 35 l/s il prelievo dal Burano e lo riserva ai comprensori di Cagli Acqualagna. Infine, sulle perdite di rete, puntualizza che se è vero che sono stimate al 30%, la nuova formula, più realista, calcola che è di 6 mc/giorno a chilometro.

Gli investimenti

«Gli investimenti degli ultimi anni – spiega - sono gravitati principalmente sulla depurazione, che dal ‘98 vede la nostra Provincia sotto infrazione, mentre assistiamo ad un innalzamento delle temperature e al problema grave delle falde. È un anno che si discute su cosa fare e nessuno decide. Il rischio è sotto gli occhi di tutti: quello di lasciare senza acqua un’intera provincia. Fortunatamente, alcune azioni messe a sistema qualche anno fa hanno ridotto certi rischi stagionali, ma non si può andare avanti. Perché le scelte vanno supportate dalla scienza, dalle competenze e dalle professionalità. Ci vuole un equilibrio idrico distribuito che possa rendere autonomo il nostro territorio». Una fotografia che Marche Multiservizi, tramite una lettera, ha spedito a tutti i sindaci. 
Atto doveroso 
«E’ un atto doveroso – commenta Mauro Tiviroli, l’amministratore delegato - dove esprimiamo la nostra conoscenza, per un servizio fondamentale. Oggi si parla sempre di resilienza ma la resilienza non è altro che l’adattamento ai mutamenti che i nostri antenati hanno adottato nei secoli. Il cambiamento climatico purtroppo è in atto».

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