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PESARO - A volte bisogna credere nell’invisibile. Lei, Rosa, lo ha fatto risvegliandosi dal coma guidata nel buio dei suoi occhi chiusi solo da una voce. Quella di Ultimo, all’anagrafe Niccolò Moriconi, 5 album pubblicati, 55 dischi di platino, 18 d’oro e stadi sold out ad ogni concerto, come l’altra sera, all’Olimpico di Roma (seconda di tre serate da tutto esaurito).
Rosa ha realizzato il suo più grande sogno: ha incontrato Ultimo, nel backstage, blindatissimo, prima dello show. Più che un abbraccio è stata una ricongiunzione: da quella stanza dell’ospedale pesarese, dove l’infermiera fan del cantautore romano le metteva in sottofondo le canzoni («Che io non conoscevo, Ultimo non lo ascoltavo prima...») alla serata di sabato dove lei e un’amica, la stessa che l’aveva accompagnata a Roma per piazzare un maxi striscione davanti al bar di San Basilio frequentato dal cantante (con la speranza di essere contattata), hanno potuto vederlo e parlarci.
I ringraziamenti
«Ci siamo abbracciati – racconta Rosa - Ringrazio il manager e tutto il suo entourage a partire da Max Brigante e Dalia: mi sono venuti a prendere fuori dallo stadio, mi hanno trattato come una principessa, riservandomi dei posti isolati, vicino alla sua famiglia, perché io non posso ancora stare in luoghi affollati.
Non solo. «Ha visto le mie sigarette e mi ha fatto la promessa di volermi rivedere solo quando smetterò di fumare» rivela Rosa che ora ha un altro sogno: «Rosa, la ragazza che si è risvegliata da coma, che quando aveva gli occhi chiusi lo vedeva cantare, ora ha intenzione di scrivere un libro per chi è ultimo e vale – racconta - Non sarà un libro su Ultimo ma dedicato in qualche modo a Ultimo: vorrei raccogliere le storie come le mie, di chi si è salvato grazie alla sua musica». Un appuntamento, che resterà indelebile con tanto di foto e autografo, ma complicato perché Rosa soffre ancora i luoghi affollati e per questo, durante lo show, ad un certo punto è stata costretta a recarsi al pronto soccorso. Troppe emozioni, interminabile l’attesa.
Il racconto
«Volevo solo ringraziarlo e stringergli al mano...» raccontò al Corriere Adriatico lo scorso aprile, chiedendo di aiutarla ma di tenere nascosta la sua identità per motivi di privacy, dopo aver passato l’ultimo anno e mezzo in giro per ospedali, l’infezione alle gambe, i ricoveri, lo stato di coma e dopo una complicata riabilitazione che l’ha portata a perdere 72 kg. E così è stato. L’articolo in cui si raccontava la sua storia è diventato virale, è stato rilanciato a livello nazionale, raggiungendo l’entourage di Ultimo che si è attivato contattando la nostra redazione per regalarle un sogno, questa volta, ad occhi aperti.
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Corriere Adriatico