Sfratta il fratello dall’appartamento e la lite familiare finisce in tribunale

Sfratta il fratello dall’appartamento e la lite familiare finisce in tribunale
PESARO  - Una diatriba familiare che andava avanti da 10 anni, a colpi di insulti e minacce. Fino all’epilogo di ieri davanti al giudice monocratico del tribunale di...

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PESARO  - Una diatriba familiare che andava avanti da 10 anni, a colpi di insulti e minacce. Fino all’epilogo di ieri davanti al giudice monocratico del tribunale di Pesaro. C’è un detto che non nasce per caso, perché a volte rispecchia la realtà. “Parenti serpenti”, e forse è proprio questo il caso visto che la contesa è durata anni e anni. E’ un caso che affonda le radici in uno sfratto eseguito nei confronti di un 60enne. 

 


L’appartamento in questione era della sorella e voleva rientrarne in possesso, così dopo anni e anni di tira e molla ci è riuscita. Il fratello non l’ha presa benissimo e un bel giorno ha suonato con insistenza al campanello della donna. Lei ha aperto e le si è parato davanti il 60enne che ha iniziato a insultare e minacciare con frasi come: «Ho un coltello in tasca, vi ammazzo» riferendosi anche al cognato. Ci sono anche espressioni colorite che non possiamo riportare, sinonimi di prostituta. E anche altre minacce: «Sulle vostre teste pende una taglia». 

Attimi concitati in cui l’uomo ha alzato anche un ombrello cercando di colpire la sorella senza riuscirci perchè il marito era riuscito a farla allontanare. Gli insulti e le minacce sono andate avanti, finchè la donna ha chiuso il portone lasciando fuori il fratello. Lui continuava a urlare: «Tu la roba mia non la devi vendere». Poi altre cose incomprensibili. Un episodio che ha segnato per sempre il rapporto tra i due, tanto che la signora, pesarese di 55 anni, stanca di tutto e pensando che il limita fosse stato superato, ha sporto querela ai carabinieri. La misura era colma anche perché non era la prima volta che accadevano fatti del genere dato che anche in passato c’erano stati dei contenziosi con il fratello, finiti poi davanti al giudice di pace. 



L’istruttoria è andata avanti e il 60enne è finito sul banco degli imputati con l’accusa di minacce. Ieri la sentenza con l’uomo che è stato condannato a 2 mesi con pena sospesa e al pagamento di 1000 euro. Marito e moglie si sono costituiti parte civile tramite l’avvocato Alessandro Pagnini.

 

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Corriere Adriatico