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Quell’energia positiva per affrontare i nodi ancora da sciogliere. Primo fra tutti l’esigenza di rispondere alla crescente domanda di posti nei centri diurni. Sono 9 e tutti al completo, quindi è impellente la necessità di aprire quella nuova struttura regionale già finanziata, ma ora senza più la sede di via Alfano bocciata dalla Regione, per dare sollievo ai sempre più numerosi casi di autismo che si presentano nel territorio.
La sentenza
«La sentenza del Consiglio di Stato per il bimbo di 10 anni legata al trattamento minimo dell’Aba di 25 ore alla settimana è effettivamente storica - commenta Luca Pandolfi, assessore alla Solidarietà e presidente del Comitato dei sindaci dell’Ats 1 - perché riguarda tante famiglie. Un importante riconoscimento dei diritti delle persone con disturbi dello spettro autistico. Ma la decisione del giudice va inserita in un quadro più ampio di risposte da dare. Sarebbe decisivo avere un nuovo centro socio-riabilitativo specifico per questa disabilità». Al momento ci sono 3 strutture comunali, 3 dell’ Ast e 3 private, ma l’utenza è diversificata. «Nei 9 Cser non c’è più la possibilità d’ingressi, sono saturi, serve il nuovo centro regionale per l’autismo - precisa -. A novembre 2022 avevo chiesto come presidente dell’Ats 1 all’assessore regionale alla Sanità Saltamartini di poter aprire una struttura convenzionata da 10-15 posti e rivedere il fabbisogno della disabilità in generale. Ma più che altro serve un polo regionale per la presa in carico globale dei disabili Dsa. Il Comune aveva già espletato gli atti necessari per rendere disponibile l’area, da tempo individuata in via Alfano, vicino al Miralfiore, e c’era già il finanziamento. Il progetto avrebbe creato aree residenziali, semi-residenziali e uno spazio socio-sanitario per attività nella fascia di età 0-18, allora erano una novantina i casi nel distretto. Oggi, con la scelta di cambiare sede, ci troviamo di fronte a un grave rallentamento che mette in difficoltà le famiglie. È vanificata ogni speranza di poterne usufruire in tempi brevi».
Nel frattempo è partita la co-progettazione legata ai quasi 600.000 euro di fondi, uno degli ultimi atti del governo Draghi, ricevuti dai 6 Ats della provincia di cui siamo ente capofila. Si è messo in moto un lavoro virtuoso con 70 soggetti, associazioni di familiari, terzo settore sociale e della sanità. Gli interventi riguardano percorsi di assistenza, inserimento nel lavorao, voucher e attività. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico