Pesaro, tam tam social e segnalazioni, ma Sara Tomassini ancora non si trova

Pesaro, tam tam social e segnalazioni, ma Sara Tomassini ancora non si trova
PESARO - «Vi prego, fate rimbalzare questo avviso: usiamo per una volta i social per salvare la vita a una ragazza»: sono le parole di un padre gonfio d’ansia,...

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PESARO - «Vi prego, fate rimbalzare questo avviso: usiamo per una volta i social per salvare la vita a una ragazza»: sono le parole di un padre gonfio d’ansia, di sofferenza e di preoccupazione dopo la scomparsa della figlia, la 35enne Sara Tomassini, che venerdì mattina intorno alle 10.30 si è allontanata dal reparto di psichiatria di Muraglia dove era ricoverata. 

 

L’appello del genitore disperato non è rimasto inascoltato. In nemmeno 24 ore è rimbalzato in tutt’Italia grazie al tam tam virtuale su Facebbok. Più di 8300 profili hanno condiviso il suo messaggio in bottiglia lanciato nella rete. Prima dei social il padre ha presentato formale denuncia di scomparsa ai carabinieri. Tutte le forze dell’ordine hanno poi ricevuto la segnalazione della sparizione, con foto e descrizione, e sono state attivate le ricerche. Ma dov’è Sara di cui non si hanno più notizie ormai da 36 ore? Per il padre Cosimo la figlia «sarebbe in grave pericolo» e, temendo il peggio, ha chiesto di essere aiutato nella condivisione del suo appello. Un sostegno che sta funzionando e non mancano, di conseguenza, anche le segnalazioni, tutte però da vagliare. C’è chi scrive di avere notato una giovane donna simile a Sara al parco Miralfiore, chi alle stazioni del treno di Pesaro e Rimini e queste ultime sono state girate anche alle forze dell’ordine per accertamenti. In particolare è ricorrente la segnalazione di Rimini. «Chiunque la vedesse - si legge in un altro passaggio dell’appello - è pregato avvisare le forze dell’ordine, già allertate con denuncia di sparizione a livello nazionale, o il 118. Inutile tentare di convincerla». 


Non è la prima volta che la 35enne viente ricoverata in Psichiatria e non è la prima volta scappa: è la terza volta. Preoccupa soprattutto il suo poter vagare senza meta o di dover passare le notti umide di novembre al freddo. Al momento della scomparsa Sara Tomassini indossava una felpa blu con cappuccio e una tuta grigia, ai piedi portava un paio di crocs di quelle che si portano negli ospedali. Non ha con sè nè soldi nè cellulare.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico