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PESARO Pioggia e vento freddo hanno rallentato la partenza dei saldi, dal 5 gennaio al 1º marzo, forse i meno attesi e desiderati degli ultimi anni. Poca voglia di mettere piede fuori di casa per un estenuante shopping tour nei negozi. E umore scuro come il cielo di questi primi quattro giorni di liquidazioni tra i commercianti che, rimasti con quasi la metà delle collezioni pesanti invendute per le tiepide temperature eccezionali di ottobre e novembre, sono stati anche costretti ad anticipare i ribassi a dicembre, durante il periodo natalizio, per le pretese degli acquirenti decisi a rifiutare il prezzo pieno, “tanto è ormai una questione di giorni, pago e passo a prenderlo venerdì”, questo il ritornello che riecheggiava nei negozi. E pur di non perdere la clientela molti commercianti sono caduti nella trappola e adesso faticano a rimanere a galla.
Obtorto collo
«Obtorto collo i punti vendita hanno dovuto applicare la riduzione del costo in etichetta anche durante le feste - fa notare Davide Ippaso, direttore della Confesercenti di Pesaro - proprio nel momento in cui, al contrario, bisognava approfittare dei primi freddi per mettere a segno qualche guadagno in più. Un grosso errore, purtroppo si tende sempre ad accontentare il proprio cliente. Un calo degli affari e meno presenze, ma ancora ci sono quasi due mesi di tempo per risollevare le sorti degli incassi».
I temi
Altro tema che scotta è la concorrenza delle vendite online perché «ormai siamo in mano al Black Friday e agli sconti nei social tutto l’anno. In più Internet ha introdotto un’abitudine assurda e incredibile: c’è gente che va a provare l’abbigliamento nei negozi per poi ordinarlo su Amazon, avendo verificato la taglia e la vestivibilità giusta. Il problema nasce dall’errore che è stato fatto con il decreto Bersani-Visco, liberalizzando le licenze. Quest’anno è stato un massacro dal punto di vista imprenditoriale per i commercianti». Quale soluzione adottare?
«Bisogna rivedere le norme sulle vendite scontate - ribadisce Ippaso -. I saldi iniziano in un periodo troppo anticipato. Le piccole e medie imprese non hanno il tempo sufficiente per vendere a prezzo pieno. Bisognerebbe riportare i saldi invernali al 1º marzo e quelli estivi al 1º settembre. Serve una condivisione a livello di Conferenza Stato-Regioni». Anche la vice direttrice di Confcommercio Marche Nord, Agnese Trufelli, non ha dubbi: «Nella nostra provincia i saldi partono in sordina perché, come sosteniamo da tempo, questo non è il periodo più adatto. Sono troppo precoci, a breve distanza dal Black Friday e nella stagione invernale in pieno svolgimento. Questo ha inciso negativamente anche sulle vendite natalizie. Una soluzione sarebbe quella di posticipare la data a fine gennaio-inizio febbraio, così come d'estate invece del 4 luglio i saldi andrebbero spostati alla fine di agosto». E a peggiorare la situazione ci si è messo anche il meteo.
Il meteo
«L’ultima parte dell'autunno e l’inizio della stagione invernale sono stati particolarmente miti e quindi, mentre i commercianti avevano fatto i loro ordini per i capi pesanti, pochi clienti hanno rinnovato il guardaroba - fa notare Trufelli -. Ora il freddo è arrivato e speriamo che il trend cambi». In questi giorni Confcommercio Marche Nord sta mettendo a punto, insieme a Valore Locale, l’innovativo progetto della card Valore Bellezza che «attraverso un sistema di cashback favorirà il rilancio delle vendite di prossimità, stimolando i consumi nei negozi locali. Con la nuova carta saranno i turisti, ma non solo loro, a costruirsi il proprio itinerario attraverso i 24 comuni che fanno parte dell’Itinerario della Bellezza. Musei, rocche, chiese, teatri ma anche negozi, botteghe, ristoranti. Tutto quello che il territorio offre resta sul territorio. A tutela dell'identità locale e in alternativa alle grandi piattaforme online».
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Corriere Adriatico