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PESARO Nuovo step per il “Patto provinciale per la sicurezza urbana - Progetto Sophia” che era già stato siglato lo scorso dicembre con la maggior parte dei sindaci del territorio. In Prefettura ieri mattina è stato sottoscritto il primo atto integrativo del progetto che vede come protagonista la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pesaro. A firmare l’accordo infatti da una parte il prefetto Emanuela Saveria Greco e dall’altra il procuratore capo della Repubblica Cristina Tedeschini. Già avviato con il patto provinciale sottoscritto tra la Prefettura e le Amministrazioni comunali del Pesarese, il progetto Sophia è il sistema di geolocalizzazione degli impianti di videosorveglianza che prevede la realizzazione di una mappatura digitale dei sistemi di telecamere estesa all’intero territorio provinciale e che potrà diventare un valido strumento per una politica di sicurezza urbana integrata.
L’integrazione
«Sono già 40 i Comuni della provincia che hanno aderito a questo protocollo, unico in Italia, – spiega a questo proposito il prefetto Emanuela Saveria Greco – per la mappatura dei sistemi di videosorveglianza a livello provinciale.
Mettere a sistema
«Mettere a sistema tutti gli impianti di videosorveglianza è fondamentale – spiega il procuratore capo Cristina Tedeschini – significa avere referenti immediatamente disponibili e, per le nostre indagini, la tempestività di reperimento di immagini sui luoghi di interesse è quanto mai necessaria per lo svolgimento delle indagini stesse e per poi procedere con il mettere il tutto agli atti. Si tratta di uno strumento investigativo molto efficace perché – a titolo di esempio - avere le immagini di chi ha perpetrato una rapina è davvero, se mi lasciate passare il termine, una “meraviglia” per chi si occupa di indagini, ed è un vero danno rischiare di perderle perché si sovrascrivono, dato che le immagini delle telecamere se non visionate entro un certo arco di tempo vengono perse».
Sistema attivo e passivo
La Procura della Repubblica di Pesaro entra in questo progetto attivamente mettendo a disposizione i suoi impianti di videosorveglianza e i suoi referenti che nel momento di passare alla fase investigativa permetteranno una reazione immediata. Ma la stessa Procura potrà utilizzate le immagini delle telecamere in rete e mappate per portare avanti le sue indagini sue indagini. Non solo: in futuro il protocollo potrà essere aperto anche ad associazioni di categoria e altre realtà territoriali. La mappatura digitale dei sistemi di videosorveglianza riguarda per ora 144 telecamere. Nel sistema di geolocalizzazione riguarderà i dati delle telecamere delle Amministrazioni dello Stato, degli Enti locali, delle imprese pubbliche e private.
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Corriere Adriatico