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PESARO - Era il ragioniere di una officina meccanica. Ma oltre a prelevare dal conto dell’azienda i soldi dello stipendio, avrebbe preso importi simili e se li sarebbe intascati. Con l’accusa di truffa è finito a processo un ragioniere pesarese di 60 anni.
L’accusa
Secondo l’accusa l’uomo avrebbe prelevato indebitamente ingenti somme di denaro tra il marzo 2018 e l’ottobre 2019 per una cifra pari a 81.500 euro circa.
Il rapporto di lavoro si è chiuso e l’uomo non avrebbe più risposto al titolare della ditta. Così è finito a processo per truffa aggravata dall’aver procurato un danno economico al titolare abusando della sua prestazione d’opera. E non sarebbe nuovo a questo perché risulta anche la recidiva infraquinquiennale. L’uomo aveva già scontato agli arresti domiciliari una condanna per un fatto simile. Il legale Danilo Del Prete, difensore di parte civile, ha fatto emergere che non c’erano soci e il titolare avrebbe potuto comunque disporre di quei soldi se avesse voluto. Interrotto il rapporto di lavoro c’è stato anche un ricorso dal giudice del lavoro per la questione del Tfr, ma si è chiuso senza che il ragioniere potesse aver diritto a vantare il credito.
Il giudizio
Ieri il ragioniere è stato condannato davanti al giudice monocratico a 1 anno e 8 mesi più una multa di 5000 euro. Non c’è sospensione condizionale ed è stato deciso anche che l’imputato deve liquidare una provvisionale alla parte civile di 82.570 euro più le spese processuali. L’imputato era difeso dall’avvocato Antonio Fraternale.
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Corriere Adriatico