Pesaro, quando lo stalking è donna: 7.500 telefonate all'ex 50enne e minacce anche alla madre. «Lui è soltanto mio»

Pesaro, quando lo stalking è donna: 7.500 telefonate e minacce anche alla madre. «Lui è soltanto mio»
PESARO - Oltre 7000 chiamate e messaggi per riavere il suo lui. Una vera e propria ossessione che per lui però era diventata un incubo. Lei minaccia l’ex compagno e...

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PESARO - Oltre 7000 chiamate e messaggi per riavere il suo lui. Una vera e propria ossessione che per lui però era diventata un incubo. Lei minaccia l’ex compagno e la madre, ieri il patteggiamento. E’ la storia di una 54enne che non accettava la fine della storia d’amore con un 50enne pesarese. Così per “spasmodica volontà di possesso”, ha iniziato a inviare messaggi all’ex a tutte le ore del giorno e della notte. 

 

Contatti da paura

Parliamo di ben 7544 contatti con una media di 43 al giorno tra telefonate e messaggi in un anno e mezzo. Per farlo utilizzava varie utenze, anche quelle della società dove lavorava per evitare il blocco dei numeri indesiderati. Poi le minacce: «Bastardo, mando qualcuno a farti menare. Prima o poi te la faccio pagare, se ti vedo in giro ti rompo le gambe». E ancora: «Invece di graffiarti la macchina ti graffio la testa». Messaggi inviati anche alla madre di lui. «Lui è mio e di nessun altra. Mando giù uno che lo prende da dietro e lo riempie di botte». Le minacce erano all’ordine del giorno: «Veniamo giù in sei, lo aspettiamo in fondo alla via, lo prendiamo». 

Sotto casa di lui e della sorella


Si era anche presentata tre volte sotto casa sua con fare minaccioso, ma anche sotto casa della sorella dell’uomo che voleva avere a tutti i costi, a cui addossava le colpe della fine della relazione. Una escalation di persecuzioni tanto da scattare le foto alla sua auto e alla sua abitazione e girarle alla madre. «Così chi deve venire per fargli del male capisce meglio dove abita». 
Un giorno si era presentata a casa di lui ed era entrata in garage dove ha graffiato l’auto. Era stata chiamata la polizia e lei è accusata di avergli anche dato dei calci. Tantissimi messaggi in cui imputava ai familiari di «controllarlo e di impedirgli di chiamarmi, prima o poi me la pagherete». Da ultimo, altre minacce alla sorella. Prima dicendole che lui era solo suo e che «non poteva vivere senza» e non avrebbe rinunciato a lui. Poi qualcosa di più. «Sei andata al cimitero? Hai visto se c’erano delle tombe vuote, trovane una per te perché è lì che finirai, presto morirai». 

La rieducazione

Il tutto nonostante avesse già avuto l’ammonimento del questore. L’ex e i familiari erano piombati in uno stato d’ansia e costretti a modificare le abitudini di vita, cambiando spesso percorso per evitare di incontrarla, temendo che potesse mettere in atto le minacce. Di qui l’accusa di atti persecutori. La donna, difesa d’ufficio dall’avvocatessa Liana Pesaresi, ha ottenuto il patteggiamento di 8 mesi con l’obbligo di frequentare un corso di recupero per persone maltrattanti.

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Corriere Adriatico