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PESARO - Ha l’amante, ma avrebbe continuato a maltrattare la ex moglie, sminuirla e umiliarla. Ostentando il nuovo rapporto. E’ iniziato ieri mattina al collegio del tribunale di Pesaro un processo che vede un 57enne di Pesaro accusato dei reati di maltrattamenti in famiglia, atti persecutori, lesioni. Un rapporto diventato teso nel 2019 ma che durante il lockdown ha avuto le conseguenze più delicate. Gli episodi contestati sono diversi, così come gli insulti che lui avrebbe rivolto alla moglie, in presenza della figlia minorenne. Frasi come «Non vali nulla, non sei una donna, non sei brava a fare nulla, sparisci».
Umiliazioni e vessazioni
Umiliazioni crescenti: «Non mi hai mai soddisfatto». Il tutto mentre lui aveva già l’amante.
Stalking
Scene di rabbia infinita con pentole rovesciate a terra, davanti alla figlia minorenne, turbata dall’accaduto. Il matrimonio era al capolinea e lui si era trasferito dall’amante. Ma è in questo lasso di tempo che avrebbe continuato a perseguitare la ex. Atti persecutori tanto da far piombare la donna in uno stato d’ansia, costringendola a cambiare abitudini. Lui aveva ancora le chiavi di casa e gli vengono contestate alcune intrusioni notturne, tali da spaventare madre e figlia. La donna, con coraggio e determinazione, ha detto basta e ha denunciato tutto. L’ex marito è andato su tutte le furie promettendo di fare «un gran casino». Finchè un giorno, per recuperare alcune cose, ha preso a picconate la porta del garage che non funzionava correttamente. «Ti faccio vedere che succede, è solo l’inizio». Poi le botte in pancia, al viso e al naso tanto da spedire la donna in ospedale con una prognosi di 20 giorni. Un’altra volta l’aveva sbattuta contro il muro più volte. La donna si è costituita parte civile tramite l’avvocatessa Pia Perricci che a titolo di risarcimento danni, ha richiesto 50 mila euro per la madre e 50 mila per la figlia. Si andrà avanti con l’ascolto dei testi e l’ammissione delle prove. La prossima udienza è fissata per il 9 settembre.
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Corriere Adriatico